Se
l’America si dissolve…
On Feb 7, 2021 4,284
Di Larry Romanoff per il Saker Blog
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Questo
articolo è un’introduzione al tema della propaganda di massa e, forse cosa più
importante, ad una breve serie di articoli che descrivono in dettaglio come gli
Stati Uniti siano stati per più di 100 anni la nazione più sottoposta alla
propaganda e al lavaggio del cervello di tutto il mondo. Questo fatto è rimasto
sepolto per generazioni, ma le prove sono indiscutibili. Uno degli elementi più
importanti in questa storia, come vedremo, è l’impiego della propaganda nel
marketing bellico americano.
Parafrasando
Michael Lewis, “Una delle qualità che distingue gli Americani dagli altri
popoli è la loro ingenua convinzione che ogni straniero desideri essere uno di
loro, ma anche il più zelante patriota giapponese non si illude che gli altri
popoli vogliano essere giapponesi.” Gli Americani non solo credono che
tutti, segretamente, vogliano essere come loro, ma credono che nessuna nazione
possa avere successo o persino progredire senza essere come loro e adottare
l’intero sistema di valori americano. Non è possibile. Non ci sono alternative
al modello americano e, se ce ne fossero, Dio non sarebbe contento.
Le
élite del governo e della corporatocrazia statunitense hanno inventato e
imposto per 200 anni il concetto di “destino manifesto,” una proposta
teologica che “trasformava l’illusione religiosa di un’ipocrisia e un
razzismo senza limiti” in una teoria popolare, secondo cui Dio avrebbe
affidato agli Americani il compito di governare il mondo. Reinhold Niebuhr
aveva scritto che ciò che non prometteva di por fine al dolore era l’arrogante
convinzione degli Americani che “la Provvidenza avesse chiamato l’America a
guidare l’umanità nel suo pellegrinaggio verso la perfezione.” (1) Questi
concetti di eccezionalismo e di destino manifesto hanno come fondamento una
cultura politica pervasiva, infusa del concetto religioso di una sorta di
alleanza con Dio. “Le guerre di aggressione, i genocidi e
l’imperialismo sotto il logoro camuffamento della libertà a diretto contatto
con Dio sono vecchi trucchi propagandistici che, in tutta la storia del Paese,
sono stati usati per illudere le masse statunitensi fino al presente. A
tutt’oggi, la maggior parte degli Americani crede ardentemente che tutte le
guerre ingiustificate e criminali della loro nazione siano state combattute per
rendere il mondo un posto sicuro per la democrazia.”
I
politici americani e i loro alleati nell’esercito, a Hollywood, nell’editoria,
negli affari e nelle banche, hanno deliberatamente creato e poi sfruttato la
lealtà nazionalistica di un pubblico credulone e disinformato per plasmare
percezioni e valori su vasta scala. Gli Americani sono stati programmati per
generazioni da una politica basata sulla religione, che ha insegnato loro a
vedere il mondo in bianco e nero, buoni contro cattivi, a credere che solo le
virtù e i valori americani fossero buoni per l’umanità e che questi valori avrebbero
sempre trionfato. Questi miti artificiali hanno insegnato agli Americani che
loro, i loro leader e la nazione stessa sono morali, giusti e retti,
benefattori disinteressati del mondo, e che è loro dovere combattere il male,
ovunque si trovi. Tutto è distorto e si basa non solo sulla disinformazione ma
su un vero e proprio inganno. L’immagine che l’America aveva di se stessa e la
sua percezione delle nazioni e dei popoli del mondo, sono state tragicamente e
superficialmente distorte per creare la narrativa della superiorità morale
americana.
La
maggior parte delle festività americane, a parte quelle ovviamente religiose
come il Natale, sono intrise di sfumature politiche e religiose, molte delle
quali rafforzano i miti storici della fondazione e dello sviluppo della
nazione. Sono fatte per risvegliare false memorie storiche, insieme a spirito
patriottico e credenze religiose, creando una sorta di collante che dà un falso
senso di identità sociale. L’intero concetto di nazionalità americana si basa
su questa perversa politica religiosa che dà vita ad un’identità nazionale
estremamente ideologica che, per evitare il crollo, deve essere rinforzata
quasi quotidianamente.
Ma è tutto ciò che hanno. Essere
americani non è essere legati da una razza o da una lingua comune, né da una
storia, da una cultura o da una tradizione. Senza tutto questo, gli Americani
sono vuoti, privi di cultura e civiltà, privi di tradizioni, di credenze o
storie comuni. Gli Americani hanno solo la loro inadeguata religione politica a
legarli insieme, e non c’è altro per loro, nessuna comunità o senso di
appartenenza al di là dell’essere un membro di questa “squadra,” visto
che l’unico collante è la loro ideologia politica. La loro intera esistenza da
Americani è fondata su questa falsa narrativa ideologica, Tutto il regime
poggia su questi miti e su queste favole moralistiche politico-religiose. Se
smascheriamo e distruggiamo questi miti, costringendo gli Americani ad
affrontare la cruda realtà della loro nazione, l’intera narrativa crolla e, se
la narrazione crolla, il regime non può resistere.
Qualcuno
ha opportunamente scritto che il patriottismo americano può essere meglio
inteso come il più grande caso di isteria collettiva della storia. Ma, lo
ripeto, è tutto ciò che hanno. Non c’è altro. Questo è tutto ciò che tiene
insieme le vite individuali. La loro intera società, la loro identità, il
nucleo stesso della psiche americana, sono tutti basati sull’orgia isterica di
una religione politica onnicomprensiva. Poiché, come popolo o come nazione, non
hanno nient’altro di sostanziale, questo moderno maccartismo è tutto ciò che
impedisce il collasso dell’identità americana. Come qualcuno ha fatto notare,
se la Francia dovesse dissolversi, i Francesi sarebbero ancora francesi. Se
capitasse all’America, gli Americani non sarebbero più niente.
Come
si evince da questo e da molto altro, l’America è un paese estremamente
ideologico, con il nazionalismo americano che si manifesta sotto forma di uno
sciovinismo forte e artificiale, arroccato sui pilastri gemelli di un sistema
politico multipartitico disfunzionale e travisato e di un capitalismo brutale
ed egoista, il tutto avvolto nel sudario di un Cristianesimo pericolosamente
primitivo e sacrilego.
Né
gli Americani riescono a capire o a comprendere il concetto di civiltà in
società diverse. Per loro, i riferimenti alla cultura o alla civiltà di una
nazione sono solo scuse a buon mercato per evitare l’inevitabile, diventare
cioè cloni americani, adottando le cosiddette istituzioni e valori americani.
Gli Americani non sanno nulla delle altre nazioni o delle altre culture, se non
la loro presunta, grande inferiorità. Pochi Americani hanno la capacità o il
desiderio di imparare un’altra lingua e, ancora meno, sanno qualcosa della
storia o della cultura di altre civiltà più antiche della loro. Capiscono il
consumismo e si vantano dei propri diritti, usando la bellicosità e il
darwinismo sociale (il sogno americano) come sostituto della civiltà, della
cultura e dell’umanità.
Gli
Americani vengono talmente sopraffatti dalla propaganda fin dalla nascita, così
imbevuti della loro naturale superiorità e dell’eccezionalità data loro da Dio
che, semplicemente, non riescono a sopportare che qualcuno sia diverso da loro,
e il loro Cristianesimo primitivo e violento impone di convertire o uccidere
chiunque sia diverso. Questi atteggiamenti profondamente radicati influenzano
l’intero spettro dell’esperienza umana, come si vede dall’insensato sciovinismo
che porta a convertire automaticamente in un valore universale e in un diritto
umano qualunque atteggiamento o credo americano, non importa quanto vacuo esso
sia. Un conoscente americano una volta mi aveva detto che il diritto del suo
animale domestico al cibo per cani era un “diritto umano” e quindi
incluso nella definizione di democrazia.
Non
solo gli Americani universalizzano praticamente tutto ma, a causa
dell’infusione del Cristianesimo nel loro credo politico, moralizzano anche
tutto, il che si traduce in “il tuo modo di vivere non solo è diverso, è
anche sbagliato,” nel senso di moralmente sbagliato. E questo
atteggiamento, che permette loro di fare i moralisti su ogni questione
discutibile, deriva dalla loro eredità cristiana di destra, la convinzione che
tutto ciò che fanno è “giusto” perché Dio è dalla loro parte. Prendono
quindi una posizione inattaccabile (nella loro mente), secondo cui qualsiasi
cosa facciano, per quanto brutale, ripugnante, disumana o disonesta, è
giustificata dalla loro intrinseca giustizia morale che, a sua volta, deriva
dall’approvazione di Dio. Data la naturale belligeranza degli Americani, questi
atteggiamenti si trasformano in un allarmante desiderio di usare la violenza
per imporre i loro valori, le loro istituzioni e la loro volontà a tutte le
altre nazioni.
Questo
è in parte il motivo per cui gli Americani si intromettono così tanto, e la
ragione della loro patologica attenzione verso le altre forme di governo. Ecco
perché l’editoriale di un quotidiano, parlando della Siria, aveva affermato
che: “anche se per noi fosse illegale interferire, sarebbe comunque giusto.”
Quindi, dovremmo rovesciare un governo legittimo semplicemente perché non tiene
in considerazione i valori americani, i valori di Dio, e possiamo ignorare le
leggi degli uomini perché rispondiamo a un’autorità superiore. In questo
contesto, le morti e le distruzioni inflitte sono irrilevanti. Il popolo
americano sa che deve intromettersi negli affari interni delle altre nazioni
perché “è la cosa giusta da fare” ed è giusta perché è la volontà di
Dio.
Gli
Americani altro non sono che dei sempliciotti ingenui e creduloni, almeno per
quel che riguarda la politica estera della loro nazione. Il loro governo mente
in continuazione e loro credono sempre alle bugie. Le centinaia di interventi
all’estero, le guerre, i colpi di stato, le invasioni, sono sempre state
presentate come missioni per salvare popolazioni meno fortunate, e gli
Americani hanno sempre applaudito, apparentemente ignari delle carneficine e
delle miserie che infliggono agli altri. Il presidente americano McKinley aveva
detto che andava in guerra contro Cuba per fermare “l’oppressione alle
nostre porte,” e loro avevano applaudito. Il presidente Taft aveva
affermato che stava rovesciando il governo del Nicaragua per promuovere il “vero
patriottismo,” e loro avevano applaudito. George Bush aveva distrutto e
schiavizzato l’Iraq per “trovare le armi di distruzione di massa,” e
loro avevano applaudito. Obama aveva distrutto la Libia per “liberarla,”
e loro avevano applaudito.
L’identica
risposta da parte del pubblico si ha anche di fronte alle uccisioni e agli
assassinii sponsorizzati dallo stato americano. In tempi passati, queste erano
operazioni segrete, eseguite nell’ombra, ma oggi vengono fatte alla luce del
sole e trasformate in eventi di PR. La legge americana è stata riscritta per
permettere al presidente degli Stati Uniti di ordinare l’uccisione di individui
in qualsiasi Paese del mondo senza dover fornire alcuna prova a nessuno, e
poterlo fare senza accuse o processi. Proprio come con la tortura, la macchina
della propaganda ha ridefinito “democrazia, libertà e diritti umani” per
includervi queste uccisioni come parte della religione politico-cristiana
americana, legalizzata dal Procuratore Generale degli Stati Uniti Eric Holder,
che ha categoricamente affermato che queste uccisioni governative “non si
distaccano dalle nostre leggi e dai valori americani.”
Questa
propaganda è efficace. La stessa ingenua semplicità mentale derivante da
decenni di intensa programmazione ha creato un ampio sostegno pubblico per
questi omicidi. Bush aveva fatto
giustiziare Saddam Hussein con un’impiccagione pubblica, e gli Americani erano
scesi in strada ad applaudire. Moammar Gheddafi era stato catturato,
sodomizzato con una baionetta, poi ucciso con un colpo alla testa, e avevano
esultato per le strade. Obama aveva simulato l’uccisione di Osama bin Laden, e
avevano applaudito. Gli Americani fabbricano la loro storia creando miti
popolari e rendendo persino un crimine come l’omicidio un’occasione per
celebrare l’appartenenza alla squadra vincente. Solo in America centinaia di
migliaia di persone faranno festa per le strade alla notizia che il loro leader
ha appena ucciso in un altro Paese qualcuno che non gli era simpatico.
In
questo, come in quasi tutti gli altri aspetti della politica estera americana,
è necessario non dimenticare mai che la democrazia è una moneta ad una sola
faccia. Ricorderete la situazione in Iraq, dove gli Stati Uniti avevano
deliberatamente incastrato Saddam Hussein sulla questione dell’invasione del
Kuwait e poi lo avevano tradito. Dopo la “liberazione” del Kuwait, gli
Stati Uniti avevano messo in giro la voce che Saddam aveva ordinato di uccidere
George Bush per il suo doppio gioco. Non erano state presentate prove, ma se
l’accusa fosse stata vera non ci sarebbe stato da sorprendersi. Come tutta risposta,
gli Stati Uniti avevano bombardato l’Iraq perché, secondo il presidente
Clinton, il bombardamento “era essenziale per … affermare l’aspettativa di
un comportamento civile tra le nazioni.” Il bombardamento di civili
innocenti sembrerebbe essere conforme alla definizione di “comportamento
civile.” Io posso ucciderti, ma tu non puoi uccidermi. Amo la democrazia.
Torniamo
un attimo alla Libia. Sappiamo i veri motivi per cui il governo degli Stati
Uniti aveva distrutto quella nazione e fatto uccidere il suo leader, era stato
per ottenere un vantaggio commerciale, militare, politico e finanziario ma,
nelle superficiali profondità della credulona mente americana, il loro governo
aveva rovesciato un brutale dittatore e liberato il suo popolo per motivi
umanitari. Ascoltate Hillary Clinton: “Sono orgogliosa di stare qui sul
suolo di una Libia libera. Gli Stati Uniti sono orgogliosi di stare al vostro
fianco nella vostra lotta per la libertà e continueremo a stare al vostro
fianco mentre continuerete su questa strada. Questo è il momento della Libia.
Questa è la vittoria della Libia e il futuro appartiene a voi.” Il
presidente Obama, americano, fervente cristiano e vincitore del Premio Nobel
per la pace, era stato altrettanto affascinante, dichiarando la morte di Gheddafi
“un giorno importante” e dicendo alle pecore americane che, grazie alla
distruzione totale della Libia, “innumerevoli vite erano state salvate.”
Bugie di questa portata dovrebbero essere punibili con l’impiccagione.
E
qui sta parte della tragedia dell’America e la ragione per cui il paese, alla
fine, dovrà implodere: l’enorme scollamento tra l’ideologia propagandata al
popolo e la brutale realtà della esigua élite che gestisce il governo,
l’esercito, le multinazionali, le banche e i mass media. Non c’è nessun’altra
nazione la cui popolazione è costretta ad un divario così grande tra mito e
realtà, tra ciò che il popolo crede che il suo governo abbia fatto e ciò che ha
effettivamente fatto. Quando il popolo un giorno metterà insieme i pezzi, gli
Stati Uniti avranno un’altra rivoluzione; non credo che ci sia niente che possa
impedirla. Non per niente George Bush Sr. aveva detto: “Se il popolo sapesse
cosa stiamo facendo, ci impiccherebbero ai lampioni.” Forse un giorno,
presto, lo faranno.
Gli scritti di Larry Romanoff sono stati tradotti in 28 lingue e i suoi articoli
sono stati pubblicati su più di 150 siti web di notizie e politica in lingua
straniera in più di 30 paesi, oltre a più di 100 piattaforme in lingua inglese.
Larry Romanoff è un
consulente di gestione in pensione e un uomo d’affari. Ha
ricoperto posizioni dirigenziali di alto livello in società di consulenza
internazionali, ed è stato titolare di un’attività di import-export
internazionale. È stato visiting professor presso l’Università Fudan di
Shanghai, presentando casi di studio in affari internazionali alle classi
senior EMBA. Romanoff vive a Shanghai e attualmente sta scrivendo una serie di
dieci libri generalmente legati alla Cina e all’Occidente. È uno degli autori
che hanno contribuito alla nuova antologia di Cynthia McKinney “Quando la Cina
starnutisce”. Il suo archivio completo può essere consultato su
https://www.moonofshanghai.com/ e http://www.bluemoonofshanghai.com/
Contatto
Email: 2186604556@qq.com.
(1) https://williamblum.org/aer/read/100
Questo articolo è apparso per la prima volta sul Saker blog.
Link: http://thesaker.is/if-america-dissolves/
31.01.2021
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org