Bernays e la propaganda – La propaganda
continua inesorabile
Larry Romanoff, February 21, 2021
Tradotto da Elvia Politi per Saker Italia
Nella maggior parte delle nazioni, quando una
specifica condotta criminale raggiunge proporzioni epidemiche, alla fine il
governo agisce con decisione per debellarla. Non in America: lì
risolvono i problemi legalizzandola. Lo hanno fatto con l’“influence-peddling”
(lobbismo) e con le droghe, e la stessa cosa ora sta succedendo con la
propaganda interna, che non è stata legale per tanto tempo per proteggere i
cittadini dal controllo e dalla manipolazione psicologica da parte del loro
stesso governo. La legge è stata sempre ignorata, ma ora il Congresso sta
suggerendo la finzione di abolire due importanti leggi, lo Smith-Mundt
Act del 1948 (1) (2) (3) e il Foreign Relations Authorization
Act del 1987, in modo da permettere alle autorità di diffondere falsa
e fuorviante propaganda e campagne di disinformazione contro il proprio popolo.
Certo, il governo lo ha sempre fatto di nascosto, a volte ad un livello
elevatissimo, come nel caso del marketing di guerra, ma è sempre stato
illegale. Dopo questo, non lo sarà più. Un ufficiale del Pentagono ha
dichiarato che questa nuova misura “non prevederà controlli. Nessuno saprà se l’informazione
è corretta, parzialmente corretta o completamente falsa”. In un articolo
di USA Today, è stato riportato che le forze armate americane (il
Pentagono) già spendono circa 4 miliardi di dollari l’anno in propaganda per
influenzare l’opinione pubblica, gran parte della quale diretta a livello
nazionale. (5) (6) (7)
Adesso
abbiamo i burattini (8) (9), i finti personaggi dei social media su Internet,
utilizzati dalle agenzie militari e di intelligence americane per influenzare e
dirigere la pubblica opinione in molti paesi, solitamente con l’intento di
incitare la rivolta civile e la rivoluzione. E’ evidente da tempo che queste
tattiche sono state usate anche internamente, e che la nuova legislazione stia
semplicemente legalizzando la prassi. Molte agenzie governative americane hanno
acquisito questo software che gli permette di inondare i social media con
profili falsi che scrivono post a favore delle posizioni governative e
screditano chi ha opinioni contrarie o critica il governo. Il software è
particolarmente complesso: fornisce una grande quantità di informazioni per i
profili di queste persone finte, permette ad una sola persona di assumere le
identità di ben 1.000 finti individui e di farli sembrare realmente in certi
posti fisici, o addirittura in un vero evento. Controllano l’indirizzo IP
rendendo impossibile rilevare che una singola persona in un solo luogo stia
orchestrando tutta questa attività. Il manuale del programma dice che: “c’è una
gamma di trucchi per i social media che possiamo utilizzare per aggiungere un
grado di realtà a tutti i profili finti”. Il contratto richiede “server
virtuali privati” ubicati dentro e fuori gli Stati Uniti per dare false
informazioni sulla localizzazione, e richiede anche quello che definisce “mix
di traffico”, che mischia l’uso di internet dei controllori dei profili con quello
di persone al di fuori di Centcom, in modo da offrire “una eccellente copertura
e una potente negabilità”.
Questo
“software per la gestione di profili” viene ora utilizzato per manipolare
l’opinione pubblica su temi chiave, attraverso un numero illimitato di persone
virtuali che inondano regolarmente i social media americani con la propaganda
filogovernativa, nel tentativo di gestire la percezione pubblica e uccidere
l’attivismo politico. Questo si chiama “contro-messaggio”, e il Pentagono non
ha fatto mistero delle sue attività nel diffondere la “propaganda nera”, cioè
diffondere consapevolmente delle bugie per ingannare e disinformare il pubblico
con lo scopo di soffocare il dissenso politico. Nella sua crescente paura
dell’attivismo politico, il governo americano ha etichettato Internet come
“terreno fertile per i terroristi interni”, e sembra includere in questa
categoria chiunque metta in dubbio la versione governativa degli eventi. Tutto
questo fa parte di un massiccio programma per minacciare, manipolare e
schiacciare tutto il dissenso pubblico, e per controllare non solo il dibattito
interno ma anche per manipolare attivamente l’opinione mondiale. La loro
attività sta diventando normale in Cina: quando dal punto di vista
utilitaristico si verifica un evento esplosivo per la propaganda, assistiamo a
un’ondata di commenti su Weibo a favore della posizione americana, palesemente
postati da nativi Cinesi ma immancabilmente provenienti da Fort Langley, in
Virginia.
Il
governo ha usato queste campagne diffamatorie (10) (11) (12) contro giornalisti
e altre persone di alto profilo che criticano la politica governativa
americana, fino al punto di creare dei profili falsi su Facebook e Twitter a
loro nome, con post falsi pensati per essere compromettenti sul piano
personale, e ha creato anche dei falsi siti web e pagine Wikipedia che dicono
di essere di un certo individuo, il tutto con lo scopo di screditare i
“dissidenti”. Quando uno scienziato taiwanese ha diffuso la sua ricerca
che identificava i 5 aplotipi del Covid-19, e provava che l’origine doveva
essere l’America dato che queste tipologie erano presenti solo negli Stati
Uniti, Voice of America ha perseguitato così tanto quest’uomo da costringerlo a
chiudere tutti i suoi profili social e a nascondersi.
In
molte nazioni il governo americano svolge azioni di sorveglianza e
infiltrazione per controllare il dibattito pubblico, creando in altri paesi
piattaforme social media simil-Twitter, ufficialmente locali ma tutte
monitorate e controllate dalle agenzie americane. La maggior parte sono opera
dell’USAID. Gli Americani dichiarano innocentemente che lo scopo è
“incoraggiare un’aperta discussione politica” (in ogni nazione ma non negli
Stati Uniti) ma è una “discussione” che loro intendono interamente controllare
e alterare per realizzare il loro programma di incitamento alla rivolta e alla
rivoluzione. Una di queste piattaforme a Cuba è stata ampiamente ridicolizzata
quando all’inizio del 2014 è stata smascherata pubblicamente ed è stata chiusa
(13) (14) (15). Anche l’Associated Press ha riportato che “è stata istituita
per incoraggiare il dissenso politico” ma i funzionari della Casa Bianca hanno
dichiarato che volevano solo “dare ai Cubani una piattaforma su cui condividere
idee e scambiarsi informazioni”, affermando che era utilizzata per “condividere
i punteggi del cricket” e dagli agricoltori per “condividere i prezzi del
mercato”. Forse, ma è stata utilizzata principalmente per la destabilizzazione
politica. Il Dipartimento di Stato e l’USAID hanno spinto energicamente queste
piattaforme dopo il loro successo nell’aver provocato le rivolte in Egitto,
Tunisia e Iran. Il Dipartimento di Stato ha anche elargito diversi milioni di
dollari a un gruppo di hacker americani per sviluppare un sistema conosciuto
come “rete mesh”, per permettere ai dissidenti cubani, sponsorizzati
dagli Stati Uniti, di comunicare più liberamente e in maggiore sicurezza; anche
l’USAID si è impegnata nella stessa causa con altri svariati milioni. Questo è
precisamente quello che gli Stati Uniti stanno facendo ad Hong Kong da molti
anni.
I
veri proprietari e controllori di Google stanno facendo esattamente la stessa
cosa. Google non sta facendo propaganda attiva, ma funziona come un varco
dell’informazione, dove tutte le ricerche vengono pesantemente censurate e
priorizzate in modo che vediamo solo cosa il governo segreto vuole che vediamo
e riceviamo, l’informazione che loro vogliono e ci permettono di avere (16).
Facebook e Twitter non sono meglio (17). Wikipedia è diversa, essendo uno dei più
criminalmente attivi e disonesti canali di propaganda al mondo (18). Su
Wikipedia c’è incredibilmente poco che non sia censurato o del tutto falso. Se
volete sapere il numero dei protoni in un atomo di Cesio, troverete la risposta
corretta; ma in un qualsiasi ambito che riguarda storia, politica, guerre,
governo, Israeliani, Israele, Arabi, membri dell’”Asse del male”, crimini del
governo e delle aziende, verità dei banchieri europei e il loro saccheggiare il
mondo, Wikipedia è disinformazione disinfettata al 95%. E questa propaganda è
forte: Wikipedia ha decine di migliaia di “volontari” che rovistano tra tutti i
contributi delle pagine per trovare elementi che richiedano modifiche o
cancellazioni. Molte persone hanno segnalato di aver corretto informazioni
evidentemente false, per scoprire solo poco dopo che le loro correzioni erano
state cancellate e la pagina era stata bloccata. Forse l’ironia più grande sta
nella dichiarazione di Wikipedia che “il contenuto richiede elementi
verificabili”. Forse, ma solo da voi.
L’ultimo
pilastro dell’ingegneria sociale sono le società di media e di intrattenimento
di proprietà e/o controllate da ebrei, che hanno abbandonato da molto tempo la
diffusione della verità e dell’informazione e hanno adottato a braccia aperte
l’obiettivo primario di fare propaganda sull’opinione pubblica. Oggi gli ambiti
sono diversi da quelli del marketing della guerra di Bernays, ma (ed è molto
importante capirlo) l’intensità rimane la stessa. Proprio come a suo tempo
Bernays inondava qualsivoglia canale mediatico con l’odio guerrafondaio, oggi
quegli stessi canali sono diretti a nazioni diverse dalla Germania (come Cina,
Russia, Iran, Iraq, Libia, Cuba, Siria, Venezuela) per instillare la paura (la
guerra al terrorismo) che viene facilmente manipolata per raggiungere
sorprendenti misure di controllo sociale, e per fornire un’informazione meno
accurata per mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella confusione su tutte
le questioni importanti. Paul Craig Roberts ha scritto che “i media americani
non sono a servizio della verità ma sono a servizio del governo e dei gruppi di
interesse che legittimano il governo. La funzione dei ‘media mainstream’ è di
vendere prodotti e fare il lavaggio del cervello al pubblico per conto del
governo e dei gruppi di interesse” (19). E’ precisamente così.
Anche
gli editori sostengono questa vasta campagna di propaganda. Soprattutto il
contenuto dei libri scolastici è pesantemente controllato dai diversi elementi
della macchina della propaganda, con un numero infinito di argomenti e teorie
vietati. Howard Zinn è stato un’eccezione notevole, perché sono stati
pubblicati alcuni dei suoi “radicali” (leggi “corretti”) libri di storia; oggi,
però, solo poco tempo dopo la sua morte, tutti i suoi libri sono stati rimossi
dalle biblioteche scolastiche e distrutti. Durante le ultime due o tre
generazioni è diventato sempre più difficile (e ora quasi impossibile)
pubblicare libri su argomenti che potrebbero rappresentare una minaccia alle
attività del governo segreto. Non poche persone sono state uccise per averci
provato. La concentrazione del potere nei media e nell’editoria non è un caso,
ma fa parte di un piano per eliminare l’informazione contraria agli interessi
superiori delle persone invisibili di Bernays. Oggi molti editori e autori
possono testimoniare che Amazon nasconde di proposito molti libri fingendo di
venderli.
Neal Gabler, autore di “An Empire of Their Own: How
the Jews invented Hollywood” [“Un impero tutto loro: come gli ebrei
hanno inventato Hollywood”], scriveva: “Ciò che sorprende è il livello di
successo che hanno raggiunto nel diffondere questa narrativa in tutto il
mondo. Creando un’America ‘ombra’, che idealizzasse ogni vecchio luogo
comune di gloria sulla nazione, gli ebrei di Hollywood hanno creato una potente
serie di immagini e di idee così potenti che, in un certo senso, hanno
colonizzato l’immaginario americano. Alla fine, i valori
americani sono stati in gran parte definiti dai film realizzati dagli Ebrei”.
L’industria
cinematografica americana è la peggiore tra tutti i media nel falsificare la
storia e la realtà rimpiazzandole con una mitologia prefabbricata. Un esempio
recente è il ritratto, imperdonabilmente distorto, di Lincoln, della schiavitù
e della Guerra Civile americana fatto da Steven Spielberg. E’ stata la Barings
Bank dei Rotschild a finanziare il commercio delle schiavi e molti (se non la
maggior parte) dei commercianti di schiavi erano ebrei. Inoltre, abbiamo una
documentazione sufficiente sul fatto che sono stati i banchieri ebrei in Europa
ad incentivare nella società americana la spaccatura relativa alla schiavitù,
per istigare la guerra civile. Alla luce di quanto detto, il film di Spielberg
è una rappresentazione particolarmente offensiva, falsa e immaginaria dei fatti
reali. Come osservato da un giornalista, nel film di Spielberg “c’erano troppi
negri e troppo pochi ebrei”. Il risultato è che decine di milioni di creduloni
americani si porteranno nella tomba un’idea totalmente e assolutamente falsa di
un periodo critico della loro storia nazionale.
Questo
è il vero tema che ci riporta a Bernays, il quale scriveva: “il cinema
americano è il più grande e inconscio veicolo di propaganda nel mondo di oggi.
E’ un grande distributore di idee e opinioni. Il film può standardizzare le idee
e le abitudini di una nazione”. Comincia anche molto presto a indottrinare le
menti dei più piccoli.
“Gli
ebrei americani hanno sempre utilizzato i loro film come un attivo canale di
propaganda per trasmettere, non solo la loro agenda politica ma anche la
finzione della cultura, dei valori e del modo di pensare americani alle persone
di altre nazioni, dato che questi film sono un’espressione di individualismo e
lotta per la ricerca della libertà o per la realizzazione del sogno americano.
Hanno sempre rappresentato una società idealizzata intesa ad evocare negli
altri una sorta di desiderio per l’America e per ciò che essa sembra essere.
Tutto è sapientemente organizzato, con un’attenzione meticolosa ai minimi
dettagli di ambientazione, con la bandiera americana così spesso in evidenza e
gli Americani sempre ritratti come leader del mondo. Tutto questo è un grande e
tenace tentativo di una sorta di colonizzazione culturale del mondo, con gli
ebrei che primeggiano nella rappresentazione di uno strato superficiale di
intensi effetti audio-visivi ‘così ricchi di immagini e poveri di contenuto che
manipolano le nostre emozioni e mandano in corto circuito la nostra ragione’”.
La
grande obiezione a tutto questo è che la rappresentazione è totalmente falsa,
dato che gli Stati Uniti non hanno nulla a che vedere con le mitiche
rappresentazioni cinematografiche, e dato che i valori promossi e accettati
inconsciamente non appartengono di fatto agli Americani, e sicuramente non ai
leader della loro nazione. Come ogni cosa simile che viene dagli Stati Uniti, i
film americani sono bugie stimolanti e di alta qualità, motivo per cui molte
nazioni limitano i contenuti americani.
Tutti
i precedentemente citati (radio, televisione, giornali, riviste, industria
pubblicitaria, film di Hollywood, programmi televisivi, editoria e vendita dei
libri, Wikipedia, social media) sono controllati da Ebrei. Il loro controllo
sull’informazione è quasi completo, il che gli dà il potere di influenzare
direttamente i pensieri e i comportamenti delle persone, e di alterare il corso
degli eventi. Tutto questo segue lo stesso, inesorabile copione della
propaganda (22) (23) (24). Non sono dispiaciuti di questo controllo. Philip
Weiss ha scritto un articolo su Mondoweiss intitolato “Gli Ebrei dominano i
media americani? E anche se fosse?” (25). Mi vengono in mente parecchie
obiezioni.
Il
controllo sui mass media e sull’industria cinematografica è sempre stato
fondamentale per la diffusione della propaganda negli Stati Uniti: i media
presentano la narrativa da adottare e i film glorificano i miti della
propaganda camuffati da intrattenimento. Gli Stati Uniti sono l’unica nazione
quasi completamente saturata dai media, dove gli Americani vengono bombardati
quotidianamente da migliaia di immagini su ciò che è fondamentalmente ideologia
politica che guida l’opinione popolare verso una direzione predefinita. I media
stessi e molte parti del governo spendono centinaia di milioni di dollari ogni
anno nell’arte della propaganda pubblica destinata al branco confuso, un
bombardamento da parte dei mass media che quotidianamente dà forma alla
concezione della realtà americana. Lo scrittore americano Gore Vidal scriveva:
“Non
si riesce a superare la densità della propaganda con cui, attraverso i temuti
media, è stato riempito il popolo americano e l’orribile sistema educativo
pubblico a disposizione di una persona normale. E’ proprio grottesco. Negli
Stati Uniti la morsa corporativa sull’opinione è uno dei prodigi del mondo
occidentale. Nessun paese del Primo Mondo è mai riuscito a eliminare così
interamente dai suoi media tutta l’oggettività, men che meno il dissenso”. (26)
Tutti
i cosiddetti valori (che gli Americani hanno così a cuore e sembrano così
determinati a imporre a tutte le altre nazioni) hanno la loro origine nella
propaganda diffusa dal governo invisibile di Bernays attraverso questo cartello
mediatico saldamente mantenuto. La dottoressa Nancy Snow, una ricercatrice di
scienze politiche, scriveva che “la propaganda è più efficace quando è meno
evidente. Quello che gli Americani non sanno è che la propaganda americana è
nascosta, e le sue caratteristiche, integrate all’interno della comunicazione e
dell’intrattenimento, persuadono le persone che loro non vengono manipolate. La
propaganda non dovrebbe far parte di una ‘società aperta’. Ora molti dei nostri
media sono così ricchi di immagini e poveri di contenuto che servono solamente
a catturare lo sguardo, manipolare le nostre emozioni e mandare in corto
circuito la nostra ragione. Le industrie della propaganda e della pubblicità
quindi funzionano sempre più come industrie di obbedienza per adulti. Insegnano
al loro pubblico come sentire e cosa pensare, e sempre più persone seguono e
accettano i segnali senza fare domande”.
La
Snow ha descritto uno dei suoi precedenti lavori come “propagandista” per
l’Agenzia dell’Informazione americana. Ha detto: “Negli Stati Uniti non ci
vediamo come un paese che fa propaganda, anche se nel resto del mondo siamo
visti come la nazione più propagandistica”. Secondo lei, negli Stati Uniti ci
sono più professionisti di Pubbliche Relazioni che giornalisti e la portata
globale di ciò che Bernays chiamava Pubbliche Relazioni è solo un eufemismo per
la propaganda che coinvolge tutti i media statunitensi. Un esempio di questo è
stata la nomina di un professionista pubblicitario a Sottosegretario di Stato
per la diplomazia pubblica e i gli affari pubblici. In un articolo del Los
Angeles Times, Naomi Klein scriveva che “[Charlotte Beers] non ha avuto
precedenti esperienze nel Dipartimento di Stato ma ha ricoperto incarichi di
rilievo nelle agenzie pubblicitarie J. Walter Thompson e Ogilvy & Mather;
ha creato marchi per ogni cosa, dal cibo per cani ai trapani elettrici, e ora
il suo compito era quello di fare la sua magia per la più grande sfida di
‘branding’: vendere gli Stati Uniti e la sua guerra al terrorismo ad un mondo
sempre più ostile” (27) (28) (29). Il Segretario di Stato Colin Powel ha
fortemente difeso la scelta: “Non c’è nulla di sbagliato nel prendere qualcuno
che conosca come vendere qualcosa. Noi stiamo vendendo un prodotto. Abbiamo
bisogno di qualcuno che possa fare un re-branding della politica estera
americana e della diplomazia”. (30)
Ho
scritto altrove delle storie false che l’esercito americano ha inventato per
invadere l’Iraq e la Libia, con video fatti con gente del posto che sembrava
acclamare gli invasori americani come eroi liberatori. Forse vi siete chiesti
perché a quanto parte in molti paesi (Iraq, Libia, Jugoslavia, Iran, Ucraina) i
“manifestanti per la libertà” scrivano tutti i loro cartelli di protesta in
inglese: sono tutti finti e destinati ad un pubblico americano. Eccovi qualche
informazione di base, tratta da un discorso tenuto da John Rendon all’Accademia
Aereonautica degli Stati Uniti. Rendon ha detto: “Non sono uno stratega di
sicurezza nazionale o un esperto militare di tattica. Sono un politico, un
guerriero dell’informazione e un manager della percezione” e a quel punto ha
ricordato al suo pubblico che quando le truppe americane entrarono a Kuwait City
durante la prima Guerra del Golfo, ricevettero un saluto estremamente
entusiastico da centinaia di Kuwaiti che sventolavano delle bandiere americane.
Poi ha chiesto: “Vi siete mai fermati a pensare come le persone di Kuwait City
siano riuscite a trovare delle bandiere americane? Beh, conoscete la risposta:
quello era uno dei miei compiti di allora” (31) (32). E’ interessante che gli
Americani si vantino così apertamente della loro perversa manipolazione delle
persone in tutto il mondo. Pompeo si vantava così: “Abbiamo mentito, abbiamo
imbrogliato, abbiamo rubato”. E gli Americani hanno applaudito.
La
stupidità della propaganda americana non conosce limiti. Alcuni anni fa, prima
che il Presidente Bush atterrasse con l’elicottero in un parco pubblico del
centro durante la sua visita in Italia, ho visto dozzine di agenti del Servizio
Segreto che spruzzavano vernice su tutta l’erba per darle una gradevole
tonalità di verde, in modo che Bush potesse apparire più attraente in
televisione. Quando un Presidente o un Segretario di Stato degli Stati Uniti
parla in una sala vuota delle Nazioni Unite, in modo servizievole i media
tagliano e incollano il pubblico dal discorso di un altro oratore, così da
rendere orgogliosi gli Americani che il loro leader è stato applaudito con
entusiasmo da una folla da tutto esaurito.
Oggi,
ogni parte dell’America è incentrata sul marketing, vendendo il fumo invece
dell’arrosto. La filosofia operativa viene definita “gestione della
percezione”, cioè il tentativo di sostituire la realtà con una versione
fittizia e utopica degli eventi. Vengono fatti grandi sforzi per determinare
quali azioni o atteggiamenti o sentimenti rappresentare al pubblico americano e
al mondo, quali elementi o informazioni dovrebbero essere negati al pubblico e
quali “indicatori” debbano essere trasmessi al pubblico per influenzare le sue
emozioni e offuscare il suo ragionamento obiettivo. Questa gestione della
percezione combina alcuni fattori, alcune verità non correlate, una grande
quantità di inganno, tutti avvolti in strati di ciò che viene definito
“operazioni psicologiche” e utilizzato per vendere patriottismo, guerre,
capitalismo, paura e fascismo. Questa è l’eredità di Lippmann e di Bernays:
un’intera nazione si è deteriorata a tal punto che la sostanza di un prodotto è
irrilevante e la percezione del marchio è tutto.
Nelle
menti degli Americani l’immagine del loro paese consiste in una vasta gamma di
disinformazione, falsità e miti, che coprono ogni aspetto dell’esperienza umana
e che loro credono essere vere, con devozione e anche in maniera aggressiva. La
ragione per cui mi sono soffermato così a lungo sul tema della propaganda, è
per dimostrare la stessa verità: l’immagine che gli stranieri hanno degli Stati
Uniti consiste nella stessa vasta gamma di bugie, disinformazione, falsità e
miti, dato che la loro comprensione degli Stati Uniti è falsata come quella
degli stessi Americani. Quasi tutto quello che leggiamo, vediamo e apprendiamo
sugli Stati Uniti è propaganda mitologica molto lontana dalla realtà. Compriamo
il fumo senza l’arrosto, paghiamo il marchio senza capire o addirittura
ricevere il prodotto.
Il
governo segreto di Bernays ha preso il controllo delle basi ideologiche di
tutta l’America: l’aggressione della propaganda comprende i settori nazionali
della politica, delle aziende, delle banche, della politica estera, delle forze
armate, dei media e delle università, nel tentativo di costringerli tutti in un
unico e coeso stato mentale. Non si tratta semplicemente di informazione o
disinformazione. Controllando le fonti e decidendo quindi cosa si può e non si
può capire e imparare, pianificano e decidono come ti senti e cosa pensi e,
fondamentalmente, chi ha o non ha voce in capitolo. Questo è ciò che ha portato
il direttore della CIA William Casey a dichiarare: “Sapremo che il nostro
programma di disinformazione è completo quando tutto ciò a cui crede il
pubblico americano è falso” (33).
Il
mondo sembra che si stia finalmente risvegliando dalla stupida finzione che è
oggi l’America. Il Centro di Ricerca Pew ha di recente condotto diversi studi
che registrano una crescente sfiducia per tutto ciò che è americano nella gran
parte dei paesi (34), tra cui la Cina e l’Europa occidentale; rileva, allo
stesso tempo, che i cittadini americani stanno ricevendo una sempre più
ristretta visione sulle importanti questioni mondiali, aggravando la loro già
leggendaria ignoranza. Il Pew rileva anche che, mentre gli Americani ricevono
un’informazione limitata e ridotta a slogan infantili privi di portata,
profondità e contesto, questa ignoranza fabbricata consapevolmente aumenta
anche la facilità di chi fa propaganda nel fare false dichiarazioni che
sembrano vere e difficili da mettere in discussione.
Un
esempio recente è stato il colpo di Stato politico in Ucraina, quando per la
seconda volta gli Stati Uniti hanno rovesciato un governo eletto di quella
nazione. Gli Americani hanno prima provocato una mini-rivoluzione e installato
Julia Tymoshenko come presidente fantoccio; il regno di questa regina si è
concluso prematuramente quando è stata imprigionata per gravi frodi,
appropriazione indebita e omicidio. Gli Americani hanno poi investito (per loro
stessa ammissione) più di 5 miliardi di dollari per destabilizzare il paese con
una quantità impressionante di violenza in un secondo tentativo di prendere il
controllo, tentativo che è andato in fumo quando gran parte dell’Ucraina
orientale, specialmente la Crimea, si è opposta all’azione americana e ha
votato per separarsi dall’Ucraina e ricongiungersi con la Russia. Per capire il
contesto, la Crimea è sempre stata parte della Russia, ma solo di recente è
stata “regalata” all’Ucraina come misura di pace; i suoi cittadini sono
praticamente tutti di etnia russa e volevano tornare a casa.
Ma i
media americani hanno trasmesso solo le notizie e i video sui disordini,
omettendo il fatto che sono stati tutti stimolati e finanziati dagli Stati
Uniti, e che la CIA aveva un contingente enorme che risiedeva a Kiev e
orchestrava gli eventi dall’ambasciata americana. Hanno specificamente omesso
il video dei “manifestanti democratici” che dopo tornavano all’ambasciata
americana per essere pagati. I disordini sono stati attribuiti all’“ingerenza”
della Russia e presentati come grida di libertà del popolo ucraino, mentre il
voto di secessione dei cittadini della Crimea, che è stato totalmente
volontario, è stato descritto dai media americani come una “invasione russa”.
E’ in questo contesto che gli Stati Uniti cavalcano il loro cavallo bianco di
ipocrisia morale e fingono di “mettere in guardia” la Russia sull’“interferenza
nelle elezioni ucraine”, riempiendo i cuori americani con l’orgoglio per la
lotta della loro nazione per la verità e la libertà. Con questa falsa immagine
fortemente propagandata che inonda i media americani, la maggior parte degli
Americani è convinta di comprendere con chiarezza la situazione in Ucraina e
che la Russia sia davvero “l’impero del male”. Di fatto, non capiscono nulla
con chiarezza, e quel poco che sanno è sbagliato; ma quando il governo di una
nazione controlla così a fondo i media e la narrativa, ed è un bugiardo
patologico, che speranza c’è per la gente?
Questo
marketing della “gestione della percezione” del marchio americano non è
limitato al suolo statunitense: ancora più tempo e denaro vengono spesi per
gestire la percezione nelle altre nazioni, e una di queste è la Cina. Gli Stati Uniti spendono ogni anno più di 300 milioni
di dollari in Cina per commercializzare il loro marchio senza prodotto. Non
sono solo canali come Voice of America: l’America fa sforzi erculei
per seminare messaggi pro-America nei giornali, nelle riviste, sui social media
Weibo e WeChat, nella struttura dei dialoghi, piazzando professori ospiti nelle
scuole e nelle università cinesi, e in migliaia di altre fonti che raggiungano
il pubblico. Questa è totalmente un’operazione di guerra psicologica, e viene
descritta dagli Americani in questi termini. Lo scopo di questo enorme sforzo è
semplicemente di impiegare ogni sorta di bugia e disinformazione per far
sembrare cattivo il governo cinese agli occhi del suo popolo (e del mondo).
Per
fare un esempio, il console generale americano a Guangzhou, Jim Levy, ha
riempito Internet di informazioni completamente false o fortemente distorte
sull’improvvisa discriminazione razziale contro i neri in Cina. Per capire il
contesto, tutti i visti sono scaduti durante la pandemia di Covid-19, per cui
tutti gli stranieri sono tornati a casa e aspettano l’approvazione di nuovi
visti. Molti africani, in Cina per comprare beni a basso costo da spedire in
patria, e riluttanti a perdere la loro fonte di reddito, non hanno voluto
ottemperare e si sono nascosti essenzialmente come dei clandestini. Dato che
gli ufficiali sanitari giravano per fare i test sugli stranieri e ottenere i
codici sanitari, ci sono state molte storie di africani che saltavano fuori
dalle finestre (speriamo fossero al primo piano) per sfuggire alle autorità
mediche ed evitare la necessaria quarantena. Alla fine, la polizia ha dovuto
dare istruzioni agli alloggi e agli hotel di non fornire sistemazione a chi non
avesse un visto valido, ma il Consolato americano ha riempito i social media
cinesi e le onde radio straniere con storie tipo “Nazioni africane, gli Stati
Uniti denunciano il razzismo contro i neri in Cina” (35) (36). La mia opinione
su Levy non è positiva, specialmente da quando usa il suo incarico di
diplomatico americano per promuovere gli obiettivi politici dei suoi padroni
ebrei. In maniera simile, un altro ebreo americano, Alan Dershowitz
(proveniente da Harvard), non molto tempo dopo ha tenuto un discorso presso
l’AIPAC, il Godzilla dell’influenza ebraica negli Stati Uniti, in cui ha
chiesto a tutti gli ebrei di esercitare quanta più pressione possibile sulle
immaginarie violazioni dei diritti umani in Tibet da parte della Cina, per distogliere
l’attenzione mondiale dalle atrocità degli ebrei in Palestina. La politica
internazionale sostenuta dalla propaganda, cioè la “gestione della percezione”,
è un affare sporco.
Oggi
Hong Kong è satura di controllo della CIA e di altri media americani, dato che
la loro campagna di propaganda a lungo termine è la causa dell’agitazione
politica filo-occidentale e della visione persistentemente negativa della Cina,
che là hanno origine. George Soros, un altro ebreo americano, finanzia il
sedizioso “China Media Project” [Progetto Media Cinesi] presso
l’Università di Hong Kong, che produce una massiccia campagna anti-cinese ed è
responsabile di molta della violenza di laggiù. La violenza e il caos in Tibet
e nello Xinjiang hanno la stessa origine. Philip Agee, un ex agente della CIA
(37), ha scritto che gli Stati Uniti portano avanti questa illegale
interferenza in Tibet sin da prima degli anni ’50 e ’60, e ha affermato che i
suoi compiti nella CIA prevedevano il tentativo di penetrare e manipolare le
istituzioni del potere, infiltrare e manipolare partiti politici, sindacati,
movimenti giovanili e studenteschi, società intellettuali, professionali e
culturali, gruppi religiosi, gruppi femminili e soprattutto i media. Descrive
in dettaglio come pagava i giornalisti per pubblicare la propaganda americana
come se fossero notizie proprie dei giornalisti e come la CIA spendeva enormi
somme di denaro per intervenire nelle elezioni straniere e promuovere e far
eleggere un candidato fantoccio degli Americani. Il New York Times ha avuto ben
poco di carino da dire su Agee nel suo necrologio (38).
Jonathan
Power ci ha raccontato che uno dei diplomatici britannici di alto livello aveva
dichiarato: “Solo negli Stati Uniti si legge che il mondo desidera la
leadership americana; in tutti gli altri posti si legge dell’arroganza e
dell’unilateralismo americani” (39) (40). Power ha scritto inoltre che
“l’America è tristemente nella morsa delle ‘idee esaurite’” (41). Come ha
osservato Naomi Klein, generalmente le nazioni non si oppongono ai cosiddetti
“valori” americani ma al fatto che gli Stati Uniti non vi si attengono; degli
Stati Uniti i critici vedono solo l’unilateralismo, il disprezzo del diritto
internazionale, la grande disparità nella ricchezza e le crescenti e
ingiustificate repressioni e violazioni dei diritti civili. La Klein ha scritto
che il problema americano “non è con il marchio ma con il prodotto” e che la
grande e crescente rabbia internazionale (ed è rabbia) nasce “non solo dai
fatti ma anche da una chiara percezione della pubblicità ingannevole”. In altre
parole, l’ipocrisia americana, la sindrome dell’utopia, di cui ho scritto in
precedenza. Sembra, comunque, che gli Americani siano inconsapevoli di queste
realtà e stiano raddoppiando il loro sforzo nel fare propaganda non solo su
tutti gli Americani ma anche nel mondo.
*
Introduzione “If America Dissolves…” [in inglese] https://thesaker.is/if-america-dissolves/
Bernays
e la propaganda (parte 1 di 5) http://sakeritalia.it/attualita/bernays-e-la-propaganda/
Bernays e la propaganda (parte 2 di 5) “The Marketing
of War” [in inglese] https://thesaker.is/bernays-and-propaganda-the-marketing-of-war/
Bernays
e la propaganda (parte 3 di 5) “Il controllo della democrazia” http://sakeritalia.it/attualita/bernays-e-la-propaganda-il-controllo-della-democrazia/
Bernays
e la propagande (parte 4 di 5) “Il passaggio all’istruzione e al commercio” http://sakeritalia.it/attualita/bernays-e-la-propaganda-il-passaggio-allistruzione-e-al-commercio/
*
Gli
scritti di Romanoff sono stati tradotti in 30 lingue e i suoi articoli sono
stati pubblicati su oltre 150 siti web di informazione e politica in lingua
straniera in più di 30 paesi, oltre a più di 100 piattaforme in lingua inglese.
Larry Romanoff è un consulente
aziendale in pensione e uomo d’affari. Ha ricoperto posizioni
dirigenziali di alto livello in aziende internazionali di consulenza e ha
gestito un’attività di import-export internazionale. È stato professore ospite
presso l’Università Fudan di Shanghai, in cui ha presentato dei casi di studio
in Affari Internazionali a classi di EMBA di livello superiore. Romanoff vive a
Shanghai e attualmente sta scrivendo una serie di dieci libri per lo più legati
alla Cina e all’Occidente. E’ uno degli autori della nuova antologia di Cynthia
McKinney “When China sneezes” [“Quando la Cina starnutisce”].
Il
suo archivio completo può essere consultato su https://www.moonofshanghai.com/
e http://www.bluemoonofshanghai.com/
Può
essere contattato a: 2186604556@qq.com
Note [tutti
i link sono in inglese]
(1) https://www.congress.gov/bill/112th-congress/house-bill/5736
(2) https://www.congress.gov/bill/112th-congress/house-bill/5736/text
(3) https://newswithviews.com/smith-mundt-act-of-1948-and-the-coup/
(4) https://www.rt.com/usa/smith-mundt-domestic-propaganda-121/
(7) https://www.usatoday.com/story/nation/2013/07/08/pentagon-propaganda-post-somali/2498339/
(8) https://www.theguardian.com/technology/2011/mar/17/us-spy-operation-social-networks
(9) https://ronaldthomaswest.com/2014/04/18/military-sock-puppets-nsa-trolls-cia-shills/
(11) https://caitlinjohnstone.com/2019/03/03/how-and-how-not-to-beat-a-smear-campaign/
(12) https://thegrayzone.com/2020/08/18/us-government-funded-coda-story/
(13) https://www.pbs.org/newshour/show/u-s-created-cuba-twitter-sow-unrest-reports-ap
(14) https://apnews.com/article/904a9a6a1bcd46cebfc14bea2ee30fdf
(15) https://www.theguardian.com/world/2014/apr/03/us-cuban-twitter-zunzuneo-stir-unrest
(17) https://nypost.com/2021/01/04/ted-cruz-twitter-most-brazen-and-google-most-dangerous/
(18) https://www.serendipity.li/cda/censorship_at_wikipedia.htm
(19) https://www.paulcraigroberts.org/2021/01/24/the-media-destroyed-america/
(20) https://www.amazon.com/Empire-Their-Own-Invented-Hollywood/dp/0385265573
(21) https://www.goodreads.com/book/show/118657.An_Empire_of_Their_Own
(22) https://researchlist.blogspot.com/2011/06/jewish-ownership-of-big-media.html
(23) http://tapnewswire.com/2015/10/six-jewish-companies-control-96-of-the-worlds-media/
(24) https://www.simpletoremember.com/articles/a/jews-in-the-media-hollywood/
(25) https://mondoweiss.net/2008/02/do-jews-dominat/
(26) https://www.latimes.com/la-bk-gore-vidal-1989-08-04-story.html
(27) Naomi Klein | The Spectacular Failure of Brand
USA; https://naomiklein.org/spectacular-failure-brand-usa/
(28) http://www.pbs.org/pov/borders/2006/de_sellingamerica.html
(29) https://www.latimes.com/archives/la-xpm-2003-mar-04-fg-beers03-story.html
(30) https://www.alternet.org/2002/03/brand_usa/
(31) https://nexus23.com/warfare2/the-rendon-group-reloaded/
(32) http://www.sourcewatch.org/index.php?title=The_Pentagon%27s_Information_Warrior
(33) https://www.counterpunch.org/2020/01/03/the-dangers-of-privatized-intelligence/
(34) https://www.pewresearch.org/politics/2019/07/22/how-americans-see-problems-of-trust/
(37) http://www.philipagee.com/
(38) https://www.nytimes.com/2008/01/10/obituaries/10agee.html
(39) https://ecfsapi.fcc.gov/file/7021898632.pdf
(40) https://www.globalissues.org/article/163/media-in-the-united-states
(41) https://www.eurasiareview.com/22042020-america-is-sadly-in-the-grip-of-exhausted-ideas-oped/
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Articolo
di Larry Romanoff pubblicato su The Saker l’11 marzo 2021
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per Saker Italia.
[I commenti in questo formato sono del traduttore]
La
redazione di Saker Italia ribadisce il suo impegno nella lotta anti-mainstream
e la sua volontà di animare il dibattito storico e politico. Questa che
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