Thursday, December 9, 2021

IT — LARRY ROMANOFF — Bernays e la propaganda – Il passaggio all’istruzione e al commercio — March 02, 2021



Bernays e la propaganda – Il passaggio all’istruzione e al commercio




Larry Romanoff, February 21, 2021

Tradotto da Elvia Politi per Saker Italia

 

Il successo di Lippan e Bernays non è passato inosservato in molto ambiti della società americana. Le università in particolare hanno capito il potenziale di queste nuove tecniche di propaganda per formare, manipolare e controllare la percezione e il comportamento sociale. Negli Stati Uniti le scuole e le università non sono mai state viste come strutture educative, ma come strumenti di un sistema pubblico di disciplina, un metodo di controllo sociale e anche uno strumento per inculcare comportamenti e convinzioni più utili ad industriali e banchieri. E’ cominciato prima del periodo di Lippman e Bernays, con i grandi “baroni ladri”, quelle famiglie criminalmente ricche come Rockefeller, Carnegie, Mellon, Astor, DuPont, Guggenheim, Morgan, Vanderbilt. Andrew Carnegie per primo ha promosso l’idea che i ricchissimi della nazione dovessero fondare le università per riformulare l’educazione al servizio dei loro bisogni. Molti industriali americani si sono uniti a questa crociata, che ha portato alla nascita delle università di Stanford, Cornell, Carnegie-Mellon, dell’Università di Chicago e di molte altre. Il loro impegno è stato ampiamente pubblicizzato come una sorta di benevolenza caritatevole alla nazione: il loro scopo però non era educare bensì indottrinare, utilizzando il sistema educativo per creare cittadini obbedienti alla loro ideologia capitalista, e mantenere il loro potere finanziario.

Loro intendevano queste istituzioni come luoghi in cui predicare le comuni mitologie religiose su patriottismo e democrazia, ma anche i valori del lavoro minorile e dei bassi salari, la maledizione dei sindacati dei lavoratori e l’opposizione al salario minimo, come uno schema per mantenere la loro disparità di reddito, di fatto per inculcare alle persone una mentalità utile ad evitare ogni cessione di ricchezza alle masse. Queste élite industriali e finanziarie hanno avuto un ruolo consistente nella trasformazione del sistema educativo americano (attraverso, primo, il loro controllo finanziario e, secondo, il loro potere di definire e controllare le ideologie che sarebbero emerse dai curricula), ponendo le basi del metodo dell’istruzione americana di oggi, in particolare delle business school americane. Forse la considerazione più importante sull’istruzione americana (che è così poco apprezzata) è che l’élite americana non voleva (e ancora non vuole) migliorare il livello educativo della nazione, perché sia il sistema multi-partitico che il marchio americano del capitalismo hanno bisogno dell’ignoranza per sopravvivere, dato che per il loro successo entrambi fanno forte affidamento su una popolazione indifferente, disinformata e ignorante. (1)


Certamente, in tutte le nazioni, il sistema educativo è una delle istituzioni primarie del controllo sociale ma, con l’aiuto di Lippmann e di Bernays, gli Stati Uniti sono andati ben oltre le regole civili. Sia per la scuola primaria che per quella secondaria, l’intento era quello di stabilire il controllo sociale producendo, come prima cosa, un forte senso di identità nazionale e di coesione, che ha portato, tra le altre cose, all’isteria di massa del patriottismo americano così evidente oggi. E’ poco compreso come il sempre presente, pervasivo e patologico marchio americano del patriottismo sia un meccanismo estremamente potente di controllo sociale, fino al punto che pochi Americani sarebbero pronti ad essere essi stessi classificati come “non patrioti”. Ma essere patriottico nella forma americana significa che uno deve fermamente allineare i propri interessi a quelli dell’élite governante. In America non puoi essere un patriota se condanni il capitalismo del libero mercato o le guerre ricorrenti fatte a vantaggio di quest’ultimo, ed è chiaramente non patriottico esprimere un desiderio per un sistema sanitario finanziato dal governo o protestare contro le banche che nel 2008 sono state la causa per cui gran parte della popolazione ha perso la propria casa. Come sottolineato dal reporter George Seldes (2)(3), questo patriottismo, il modo americano di essere orgogliosi del proprio paese, spinge le masse ad allearsi con i poteri governanti, e questo produce una sorta di controllo perpetuo. Seldes ha affermato che questa ingannevole propaganda esiste da così tanto tempo che in pochi sono consapevoli di come si sia creata o addirittura che esista; conclude la sua dichiarazione osservando che, se i media informassero il popolo di questo controllo insidioso, perderebbero il loro potere. Ma i media, anch’essi allineati con i poteri governanti, rifiutano di affrontare la questione.

Secondo la visione di questi industriali e banchieri, le università dovevano sviluppare, attraverso l’indottrinamento, un tipo di élite manageriale capace di controllare la società in modo perfettamente utile a quell’1%.   Alla fine della Prima Guerra Mondiale, il mondo era alle prese con una massiccia industrializzazione e urbanizzazione, che creavano stress sociali a causa dei problemi di disuguaglianza e di diritti civili, con tensioni sociali che già rappresentavano un problema crescente. Per far fronte a tutto questo, le università americane hanno sviluppato (con la guida di Lippman e Bernays) ciò che loro hanno chiamato le “scienze sociali”, come sociologia e psicologia, con lo scopo di produrre un apparato di “tecnici e ingegneri sociali” per indirizzare questi temi e controllare la società americana. Il “governo segreto” era convinto che la psicologia, con le tecniche applicate così abilmente da Bernays, potesse “essere strumentale per ottenere l’ordine e il controllo sociale democratico”. La teoria affermava che gli individui in una società non fossero “ben calibrati” e che si poteva utilizzare la propaganda per “calibrarli” in maniera appropriata. Da qui, avendo come strumento principale il sistema educativo, gli Stati Uniti si sono trasformati in una società di controllo e di ingegneria sociale, utilizzando i metodi di Bernays direttamente sugli studenti della scuola primaria, della scuola secondaria e delle università, per formare e manipolare le percezioni e le convinzioni delle persone nella forma più opportuna per il governo segreto e per le multinazionali di cui avevano il controllo. Né il bene della nazione né il benessere dei suoi cittadini erano delle priorità. Ovviamente, l’istruzione stessa divenne malata e corrotta a causa di queste misure.

Il socialismo era forse il grande nemico della radicata capacità dei banchieri e degli industriali di saccheggiare la nazione, grazie ad elementi tipo i salari minimi, l’istruzione e la sanità gratuita, che frenavano duramente l’avidità delle élite: il socialismo è quindi diventato velocemente il nemico pubblico numero 1 nel sistema educativo americano. Per generazioni Bernays e i suoi eredi hanno riempito le menti e i cuori dei bambini americani con la paura del socialismo, equiparandolo alle nazioni senza Dio governate da dittatori brutali e con cittadini senza libertà. La propaganda era estremamente potente, e il lavaggio del cervello cominciava molto presto nella vita, come avviene ancora aggi. Prendete questo esempio da un attuale libro per la scuola elementare americana: la domanda posta è “quale di questa frase si adatta al socialismo?” e le tre risposte possibili offerte agli studenti sono:

·         Un sistema politico in cui governa un dittatore e non ci sono libertà

·         Un sistema economico in cui il governo possiede le grandi imprese

·         Un sistema economico in cui le aziende sono di proprietà privata

Ovviamente, la risposta corretta è “nessuna delle tre”, ma nelle scuole americane le prime due scelte negative sono le uniche risposte corrette, e i bambini imparano prestissimo che il capitalismo dell’impresa privata è l’unico modo di essere: il socialismo non solo dev’essere evitato, ma anche solo esplorarlo equivale a cercare informazioni sull’adorazione di Satana. Le porte mentali di questi piccoli Americani vengono chiuse con forza molto presto nella vita (e non saranno mai più riaperte), come parte integrante del loro indottrinamento politico-religioso.  Ai falsi principi del capitalismo americano viene data un’ampia visibilità in prima serata, chiudendo di nuovo e per sempre le piccole menti a qualsiasi comprensione di ciò per cui sono a favore e del perché sono a favore di esso (4).

L’Università di Yale, lavorando con enormi borse di studio della Fondazione Rockefeller, ha creato un istituto della propaganda per svolgere delle ricerche pratiche su temi “direttamente collegati con i problemi della condotta umana individuale e di gruppo” e “per correlare la conoscenza e coordinare la tecnica nei campi specifici”. L’obiettivo dichiarato era quello di meglio “comprendere la vita umana”, ma il fine era quello di utilizzare tale conoscenza per controllare la popolazione. C’era un progetto radiofonico all’università di Princeton per scoprire il modo più efficace di utilizzare le trasmissioni per l’indottrinamento e il controllo della popolazione, tecniche adottate da Voice of AmericaRadio Free Europe e Radio Free Asia. Sembra che le informazioni su questo progetto siano state completamente cancellate da internet e dagli archivi di Princeton.

E in effetti Princeton è stata così pesantemente coinvolta nella propaganda, negli espedienti e nello spionaggio, che ha fornito buona parte dello staff dell’OSS e della CIA durante gli anni della loro formazione (5). Come quasi ogni altra cosa che riguarda gli Stati Uniti, le università americane erano anche molto peggio di quanto si immaginasse, essendo profondamente coinvolte nell’MK-ULTRA, l’omicida programma di controllo delle menti pensato dalla CIA, che è andato avanti per decenni (6), come parte della ricerca ispirata a Bernays sui meccanismi del controllo della popolazione. Testimoniando al Senato degli Stati Uniti, il Senatore Ted Kennedy dichiarò che più di trenta università americane e istituzioni erano coinvolte in ciò che ha definito un programma “esteso di prove e sperimentazione”, che includeva test antidroga su cittadini di tutti i livelli sociali, il tutto senza che loro ne fossero al corrente o avessero dato il loro consenso (7).

L’élite dell’1% fondò non solo le università ma anche le fondazioni che esistono ancora oggi, e per gli stessi obiettivi del controllo sociale. Istituzioni come le fondazioni Rockefeller, Ford e Carnegie, il Council on Foreign Relations, la Commissione Trilaterale, sono state create principalmente “per perpetuare la ricchezza predatoria attraverso il controllo dell’informazione e delle fonti di informazione” e presto hanno assunto la missione di controllare e influenzare direttamente gli schemi mentali di molti leader mondiali o, almeno, di individui influenti. La Fondazione Rockefeller ha avuto un ruolo primario in una sorprendente varietà di iniziative che includevano il controllo della popolazione nel vero senso della parola, attraverso la sterilizzazione e la guerra. Entrambi gli istituti Rockefeller e Carnegie hanno finanziato e promosso la pratica dell’eugenetica; la Carnegie suggeriva una catena nazionale di camere a gas per eliminare i disadattati in termini sociali (e ideologici) (8). Tutta questa ideologia contorta aveva la stessa origine.

In un noto caso, la Fondazione Rockefeller tenne una grande conferenza con “i rappresentanti di alcuni dei più grandi interessi finanziari” degli Stati Uniti, cioè i banchieri ebrei di origine europea che controllavano la FED, per la promozione di un programma di propaganda per “educare la cittadinanza all’ideologia favorevole al capitalismo, e attenuare così il malcontento”. Detto in altre parole: impiegare i metodi della propaganda di Freud/Bernays per insegnare alla classe lavoratrice a rimanere povera a vantaggio delle élite corporative e dei banchieri. Questo gruppo era convinto della necessità di un “ufficio per la pubblicità” che potesse “correggere la disinformazione popolare” fornendo “un flusso costante di corretta informazione” alle classi medio-basse sul loro corretto posto nella società. Cominciarono poi a creare una potente organizzazione di ricerca per studiare i “problemi sociali” e le “cause dei mali sociali ed economici”, presentandosi come scienziati disinteressati che fanno ricerca per il bene pubblico, mentre in realtà si concentravano sulla propaganda, l’indottrinamento della popolazione e il controllo sociale occulto.

Tutte le cosiddette fondazioni e think tank creati durante lo scorso secolo condividevano lo scopo di guidare la società e il pensiero sociale verso canali appropriati, e di mettere in pratica enormi schemi di ingegneria sociale, danneggiando alla fine il sistema educativo e cooptando tutti gli emergenti movimenti sociali a vantaggio del governo segreto di Bernays. La società americana, attraverso principalmente il sistema educativo e l’uso delle nuove scienze sociali, è stata quasi totalmente ri-creata per servire i suoi padroni supremi.

Una relazione proveniente dagli archivi storici della Fondazione Rockefeller ha rivelato la preoccupazione che i loro scopi potessero diventare di dominio pubblico ed essere “mal interpretati”, dal momento che la pubblica opinione si sarebbe naturalmente opposta con violenza a tale programmazione segreta. Senatori e deputati del Congresso temevano giustamente che queste fondazioni fossero pericolose alla società e alla loro forma di governo: raccomandarono la loro abolizione, ma le parti elette del governo non hanno mai avuto il potere di controllare il governo segreto. Il Congresso degli Stati Uniti dichiarò che queste fondazioni, con la loro ricchezza e influenza, erano una “grave minaccia al benessere della società”, e sarebbero state utilizzate non solo per influenzare e controllare il governo ma anche per cambiare la sua forma. E tentare di cambiare la sua forma, lo avrebbero fatto.

Questa è una delle ragioni per cui la maggior parte delle business school universitarie sono finanziate (e prendono il nome) dai loro ricchi benefattori: i soldi guidano e determino persino il curriculum. Oggi molte università americane sono semplicemente a servizio delle principali aziende industriali: con praticamente tutta la loro intera capacità di ricerca imbrigliata verso brevetti commerciali o scoperte di valore militare, l’istruzione degli studenti sta diventando sempre più remota e di basso livello. Alla fine, le pratiche della propaganda di Bernays e il finanziamento privato dell’educazione per servire interessi privati segreti sono diventati una sola cosa, con la macchina della propaganda che assorbe l’istruzione stessa con lo scopo di “adattare” la popolazione, eliminare la “disinformazione” sostituendola con il “flusso costante di corretta informazione”, mentre reprime con fermezza ogni pensiero contrario.

E’ interessante notare che la schiavitù del debito è uno delle forme principali di controllo sociale, ed è per questo che è stato pesantemente promosso negli Stati Uniti, essendo un ulteriore vantaggio a beneficio delle banche. E’ improbabile che dei neolaureati con 200.000 dollari di debito, dei proprietari di immobili con un enorme mutuo, o dei salariati con un elevato saldo delle carte di credito, rischino la loro carriera e le loro fonti di reddito sfidando apertamente il sistema. Quando una nazione intera è pesantemente indebitata, le persone non possono permettersi di ribellarsi. La remissività e il silenzio sono prerequisiti per la sopravvivenza, specialmente nella quasi totale assenza di sindacati dei lavoratori. Di conseguenza, la macchina americana della propaganda scoraggia il risparmio e incoraggia il consumo attraverso il credito. Era così vero che già all’inizio degli anni ’20 fino al 90% dei principali articoli, come case, macchine, mobili ed elettrodomestici acquistati negli Stati Uniti, venivano comprati a credito (9).

Applicazione al Commercio

Lippmann e Bernays hanno rivolto la loro attenzione anche alla manipolazione e al controllo dei comportamenti rispetto alla pubblicità e al commercio, che è la spiegazione del perché e come la macchina della propaganda abbia trasformato la cultura americana in una società materialista e consumista. L’orientamento dei consumi è stato creato soltanto per trasferire la ricchezza a quell’1% che possedeva gran parte dei mezzi di produzione e ne avrebbe principalmente tratto vantaggio, cioè per lo più le stesse persone che costituivano il “governo invisibile” di Bernays. La facilità e il potenziale della manipolazione della popolazione hanno acceso l’immaginazione di coloro che controllavano le banche e le multinazionali, aprendo le loro menti al vasto potenziale per aumentare le vendite e trasformando gli Americani in consumatori condizionati in modo adeguato. Si erano resi conto che, se avessero potuto condizionare le reazioni emotive nel subconscio della popolazione americana senza che ne fosse consapevole, avrebbero potuto controllare con fermezza i comportamenti e le abitudini di acquisto di un’intera nazione. E ovviamente è stato precisamente questo il risultato: un’economia americana che dipende per il 75% dalla spesa dei consumatori, e gli Americani che proclamano questa bizzarra condizione come un valore universale e come la volontà di Dio.

In seguito ai suoi successi politici, Bernays aprì un negozio su Madison Avenue, e all’inizio degli anni ‘20 stava già facendo ai prodotti e ai marchi americani quello che aveva fatto per il marketing della guerra, e cioè usare la propaganda per manipolare e controllare la percezione e il comportamento delle persone, in questo caso creando non solo dei consumatori senza cervello, ma anche fabbricando e infondendo definitivamente il mito dei marchi. Presto Bernays attrasse più aziende come clienti di quanti ne potesse gestire, con gran parte delle grandi aziende che inciampavano le une sulle altre per sfruttare il potere della propaganda e del controllo delle menti per saccheggiare i conti correnti della nazione.

Pubblicità e Agenzie

Nel 1957 Vance Packard pubblicò un best seller intitolato “I persuasori occulti”, che rivelava precisamente come i pubblicitari utilizzassero psicologi e psichiatri seguendo i metodi di manipolazione di Bernays per sfruttare in nostri desideri inconsci, al fine di “persuaderci” a comprare il prodotto che stavano vendendo (10) (11). Tutta l’industria pubblicitaria cedette a questo canto delle sirene, e oggi è un groviglio di (spesso) riprovevoli manipolazioni del pubblico. A quanto sembra, le agenzie pubblicitarie fanno dei “focus group” in cui registrano di nascosto casalinghe e altre persone che discutono dei loro più profondi sentimenti, pensieri e desideri su molte questioni, per poi usare queste informazioni per sovvertirle e manipolare le persone nell’acquisto di ciò che vogliono vendere.

Un caso in cui mi sono imbattuto è stata l’esposizione delle proposte di un’agenzia di pubblicità straniera a Shangai, che aveva il compito di aiutare una banca americana a commercializzare le carte di credito ai giovani cinesi. Sono rimasto sconvolto da quello che ho visto. La manipolazione era per me non solo disgustosa, ma anche oscena. Qualcuno aveva speso soldi veri per scoprire i desideri, le paure e le aspirazioni segrete dei giovani cinesi, e trasformato quelle informazioni per svuotare i loro conti correnti. Le conclusioni erano le seguenti: questi giovani, laureati, erano ora in una fase di crescente ricchezza, e desideravano essere riconosciuti come qualcosa di più di cittadini di un paese del terzo mondo, in un certo senso essere visti degni e alla pari dei giovani di altre nazioni; avevano potere d’acquisto, in generale buon gusto, e volevano essere apprezzati come consumatori di valore. I consigli sono stati impressionanti: “Ditegli che ‘lui è un re’”, utilizzate lo slogan “il mondo ti sta aspettando” e “con la tua carta di credito, puoi avere tutto adesso”. Fategli sentire che lui è importante e riconoscibile, che lui è apprezzato perché è cinese. E poiché è probabile che questo giovane sia figlio unico, e i suoi desideri siano importanti per la sua famiglia, “Fate il possibile per spingere la mentalità ‘io, io, io, di più, di più, di più’”.

Mi ci sono imbattuto per caso, e su questo argomento ho avuto uno scambio di email con un giovane cinese. Non riesco a ritrovare la mia mia email originale ma, andando a memoria, questo è quello che gli scrissi:

Una carta di credito non è magica e non è gratis. Sono soldi prestati che tu dovrai ripagare con un alto tasso di interesse. Non importa quello che ti dicono, non puoi avere tutto, non ora, e non senza lavorare e mettere soldi da parte. Inoltre, non sei un re. Non sei nessuno. Sei solo un altro bambino sciocco con una carta di credito, uno tra gli altri 300 milioni come te. Mi dispiace dirti che il mondo non ti sta aspettando. Il mondo non sa neanche che tu esisti e, se lo sapesse, non gli interesserebbe. E’ la verità. Ti suggerisco di accettarlo, e di comportarti di conseguenza”.

L’industria americana dell’automobile

Il comportamento di questi operatori della propaganda, a cominciare dalla guerra del marketing di Lippmann e Bernays per i Rothschild e i loro altri padroni di Londra, era chiaramente folle in termini criminali: non c’è modo di vedere il lato positivo di persone che hanno provocato una guerra mondiale per loro vantaggio privato, ma è molto più difficile cogliere che il loro comportamento nel regno commerciale è stato (ed è ancora) non meno folle in termini criminali. Un esempio è l’industria automobilistica americana, e la storia d’amore americana con l’automobile.

Questa è una storia lunga e interessante che ho trattato in dettaglio a questo link (12). In breve, negli anni ’20 il mondo si stava muovendo verso le auto elettriche di massa, e l’avvento dei trasporti pubblici elettrici a basso costo suonava la campana a morto per le macchine a benzina. La General Motors e le più grandi compagnie petrolifere stavano affrontando molte crisi, e si imbarcarono in una delle più grandi truffe della storia, uccidendo le macchine elettriche e il trasporto pubblico negli Stati Uniti. Ma non si sono fermati qui. La vita in gran parte delle principali città al mondo è comoda e piacevole senza una macchina, in parte dovuta all’eccellente trasporto pubblico e in parte alle aree urbane progettate a misura d’uomo (e non per le automobili). Ma non negli Stati Uniti. La General Motors e i suoi amici si sono introdotti nelle facoltà di urbanistica delle principali università americane, e hanno propagandato la costruzione di periferie che esistono solo in Nord America e che segregano fisicamente gli spazi di vita, di lavoro e di acquisto in modo da rendere necessario il possesso di una macchina. Hanno anche corrotto e taglieggiato il governo americano perché abbandonasse il trasporto ferroviario e investisse solamente in autostrade, di nuovo per rendere necessario il possesso di una macchina. Gli effetti negativi a lungo termine di questa spietata cospirazione delle aziende vanno letteralmente al di là di ogni calcolo. Poi la propaganda pubblica ha dato il suo contributo:

“La storia d’amore americana con l’automobile” viene presentata come un’espressione di una America indipendente e amante della libertà, in cui il trasporto pubblico a basso costo non è riuscito a svilupparsi a causa dell’individualità e del desiderio di libertà degli Americani: è però un mito della propaganda, una bugia di enormi proporzioni. L’odierna cultura americana dell’automobile è il risultato di una massiccia cospirazione, come la società dei consumi, imposta ad una nazione ignara attraverso l’inganno e la propaganda. Dopo l’attuazione dell’enorme frode, agli Americani si sono compiaciuti per generazioni del loro individualismo, dello spirito d’avventura e del loro amore per la libertà e per l’indipendenza, delle scelte che credevano di fare ma che erano state fatte da altri al posto loro. Qui come in nessun altro mercato è così vero che i capitalisti di Bernays stavano vendendo “non tanto un prodotto quanto un’emozione, legando psicologicamente l’atto d’acquisto di un’automobile a dei contraffatti sentimenti di fiducia, libertà, felicità, emancipazione e indipendenza, legando l’identità stessa di Americani all’acquisto di una automobile” (13).

BENI DI CONSUMO

La Nestlé e le ziende produttrici di latte per bambini

E’ universalmente riconosciuto che il latte materno è di gran lunga migliore rispetto al latte artificiale in polvere per neonati, poiché è sterile di natura, contiene tutto il nutrimento necessario, e in più fornisce al bambino, cosa importantissima, molti anticorpi che danno immunità contro molte malattie infantili. Quasi tutte le madri sono in grado di allattare al seno i propri bambini, che quindi si ammalano molto meno spesso dei bambini allattati con latte artificiale in polvere. E’ dimostrato da tempo che allattare con il latte artificiale presenta pericoli crescenti quando le madri hanno scarso o nessun accesso agli strumenti sterili necessari.

L’UNICEF e molti altri gruppi che si occupano di salute, hanno dichiarato che circa 1.5 milioni di bambini muoiono ogni anno per semplici disturbi come la diarrea, che è comune nei bambini che bevono latte artificiale in polvere, ma che non si presenta in quasi nessun caso nei bambini allattati al seno. L’OMS e una serie di altre organizzazioni internazionali affermano che “più di 4.000 bambini muoiono ogni giorno nei paesi poveri perché non sono allattati al seno. Non è una ipotesi, è un dato di fatto”. Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, circa 50 milioni di bambini sono morti per questa ragione ma Nestlé, Danone, Wyeth, Mead Johnson e Abbott generano enormi profitti.

In una delle più criminali e disumane campagne mai realizzate da Bernays e dai suoi eredi, alcuni industriali hanno complottato e hanno creato una riprovevole offensiva di propaganda per convincere le madri di tutto il mondo, soprattutto quelle dei paesi sottosviluppati, a non allattare al seno i propri figli. E’ stato un attacco deliberato e diretto ad una delle funzioni umane più basilari, ignorando l’enorme costo umano in termini di mortalità e malattie infantili di cui loro sono in gran parte direttamente (o almeno indirettamente) responsabili.

Hanno utilizzato i servizi di migliaia di medici, psicologi, psichiatri ed esperti di marketing per capire come penetrare la psiche di una neo mamma e convincerla a non allattare al seno il proprio bambino. Ricordo di aver visto in molti paesi poveri dei cartelloni con la pubblicità del latte per bambini, con delle foto di “dee con i capelli biondi”, in cui il sentimento fondamentale che veniva comunicato era: “le belle donne bianche non allattano al seno i loro bambini. Siete solo voi, contadine retrograde, ineducate e ignoranti, che lo fate”. Il seguente è invece un annuncio radiofonico per il latte della Borden Dairy (azienda con sede negli Stati Uniti) che negli anni ’50 trasmetteva questa canzoncina: “Il bambino morirà perché il seno della mamma non ce l’ha fatta. Mamma o Mamma, il bambino piange. Se vuoi che il bambino stia bene, dagli il latte KLIM” (14). I manager e lo staff delle aziende produttrici di latte per bambini, come la Nestlé, sono ancora più deformati rispetto a quelli di Big Pharma (che spesso sono di proprietà e controllati dalle stesse persone), e hanno dato prova di voler fare qualsiasi cosa sia necessario e di utilizzare qualsiasi tattica che produca vendite, totalmente incuranti della legge, dell’etica e della moralità.

La prima azienda cliente di Bernays è stata la Procter & Gamble (P&G), che ha sottoscritto incondizionatamente i suoi metodi; il loro rapporto è durato più di 30 anni, e la P&G ha adottato modelli di marketing guidati dalla propaganda costruita sulla manipolazione psicologica (15). Le madri cinesi preferivano i pannolini di stoffa lavabili, resistendo con forza ai tentativi di marketing per i Pampers di plastica; la P&G ha quindi speso milioni in psicologi e psichiatri nel tentativo di identificare le paure e le debolezze nascoste delle madri cinesi, in modo di far leva su quelle. Hanno così scoperto ciò di cui avevano bisogno: la preoccupazione delle madri per la salute, lo sviluppo e il successo nella vita a lungo termine del proprio bambino. P&G ha quindi creato uno scenario basato su affermazioni secondo cui un aumento delle ore del sonno non avrebbe solo migliorato la salute del bambino, ma avrebbe anche determinato un “miglioramento dello sviluppo cognitivo e dei risultati accademici”, garantendo così presumibilmente ricchezza e carriera di successo. Hanno prodotto degli “studi” con “risultati scientifici” che apparivano tangibilmente fraudolenti, secondo i quali i bambini cinesi che indossavano i Pampers si addormentavano più velocemente del 30% rispetto ai bambini che indossavano pannolini di stoffa, e che quindi il loro sonno con i pannolini Pampers avrebbe subito “il 50% in meno di interruzioni” (16). In un video promozionale interno per lo staff P&G, uno dei manager del marchio Pampers si è vantato di questa frode psicologica dicendo che “dovevamo davvero cambiare la mentalità e far capire [alle madri cinesi] che usare un pannolino non era una comodità per te, ma riguardava lo sviluppo del tuo bambino. Sto parlando di prendere un prodotto e cambiare letteralmente il comportamento del consumatore per creare un mercato per questo prodotto”. Attraverso questa riprovevolmente falsa propaganda, P&G “educava” le madri a credere che far indossare dei pannolini usa e getta avrebbe sensibilmente migliorate lo sviluppo mentale dei loro figli. E si vantava della sua astuzia nel farlo (17).

La Barbie, un prodotto mai destinato ai bambini, è una storia simile. La Barbie era un sex toy di nome Lili, creato in Svizzera negli anni ’50 e popolare principalmente tra i pervertiti uomini single in Europa. Una donna ebreo-americana di nome Ruth Handler che, con suo marito, era la proprietaria dell’allora piccola azienda di giocattoli di nome Mattel, era in vacanza in Germania, e a quanto sembra si innamorò di questa bambola, la portò negli Stati Uniti, e cominciò a commercializzarla come un’amica “più matura” per le ragazzine che “esploravano la femminilità”. Le madri ne furono disturbate e inorridite, specialmente perché il corpo “maturo” era una “pornografia borderline” ed era vista come un serio pericolo “che poteva danneggiare la psiche delle giovani ragazze”. Quest’idea è ancora fortemente sostenuta da milioni di madri in tutto il mondo, che hanno bandito questa bambola dalle loro case. Ma la Handler, adottando i metodi della propaganda di Bernays, assunse degli psichiatri per capire come cambiare i valori delle madri americane per commercializzare questa bambola. Il consiglio fu di istruire le madri a considerare la Barbie come “uno strumento per insegnare alle loro figlie l’importanza dell’apparenza e della femminilità”. Proprio l’aiuto di cui ogni bambina di 3 anni aveva bisogno per diventare una sana giovane donna: una bambola di plastica con grandi seni e un’auto sportiva. Ho sempre odiato quella bambola.

Non dovrebbe essere necessario sottolineare che Starbucks offre uno dei peggiori caffè al mondo, il che è ovvio dato che è stato pensato per adattarsi ai gusti americani. Ma vi potreste sorprendere nello scoprire che Starbucks non vende più caffè: loro ora vendono “esperienze”. Chi fa marketing e pubblicità, aiutato e agevolato dagli esperti di propaganda e dalla loro formazione freudiana, ha concluso che c’è un modo ancora più efficace per saccheggiare i conti correnti, rispetto all’offrire merci finte a credito. Secondo il loro punto di vista, i negozi una volta vendevano dei prodotti (i chicchi di caffè) poi sono diventati delle “aziende di servizi” (caffetterie), in cui il prodotto veniva standardizzato, e l’attrattiva distintiva nei confronti del cliente era la qualità del servizio. Insito in quel cambiamento c’è stato il peggioramento del prodotto (che era costoso) e la sua sostituzione con il “servizio”, che non costava altro che un sorriso artificiale. Ora sono passati ad un altro livello, in cui noi sacrifichiamo sia il prodotto che il servizio, e li sostituiamo entrambi con una “esperienza”.

Ora la progenie di Lippmann e Bernays sta spendendo una marea di soldi in psicologi e psichiatri per capire precisamente che cosa possa creare una “risposta emotiva positiva” nell’andare da Starbucks o da Wal-Mart. Sì, lo so. Mi sono quasi strozzato nello scrivere questa frase, ma queste persone sono serie. Vogliono identificare gli stimoli di base e quindi fabbricare le circostanze in un tentativo di provocare quella risposta. Se ci riescono, la merce finta e il servizio finto possono scomparire, ed essere sostituiti da una finta esperienza emozionale di cui farete tesoro, e che un giorno racconterete con entusiasmo ai vostri nipoti. E’ tutta una realtà finta creata attraverso esperienze artificiali che non sono reali. Gli Americani però sono già impegnati in tournée internazionali per fare proselitismo sul nuovo approccio di marketing. Ed è tutto finto, nello stesso modo in cui gran parte dell’America è finta. Gli Americani che promuovono questa nuova visione sembrano incapaci di riconoscere che ogni parte della loro nuova bibbia è in contrasto con la realtà, e reagiscono offesi quando gli Europei gli dicono “Voi Americani siete tutta immagine invece che realtà. Tutto quello che vi riguarda è finto e superficiale. Voi vivete in un cliché”.

E’ vero che sedere in una caffetteria di Vienna o in un caffè all’aperto a Roma può essere un’esperienza preziosa, che si crea con dozzine o forse anche centinaia di affascinanti piccoli dettagli che si combinano e danno vita ad un autentico godimento dei piccoli piaceri della vita. Ma queste meravigliose piccole esperienze non possono essere costruite, e poter comunque creare il piacere della vita, tranne forse per gli Americani che, a quanto sembra, hanno completamente perso la capacità di distinguere il fumo dall’arrosto, e per i quali l’unica realtà genuina è esteriore. Non c’è nulla di intrinsecamente sbagliato nel volere che i propri clienti abbiano un’esperienza positiva, ma l’atteggiamento americano nel crearla non è né genuino né sincero: è scadente, finta e artificiale, una risposta emotiva indotta psicologicamente ad una realtà finta. Invece di provare a capire come dare ai clienti una vera, genuina, piacevole esperienza come la potrebbero avere a Vienna o a Roma, gli Americani stanno spendendo milioni per provare a capire come costruire nei loro clienti i “sentimenti” artificiali di un’esperienza, senza di fatto dargli nulla. C’è da chiedersi a che diavolo pensano gli Americani, che cosa gli passi per la testa. E se qualcuno ha così tanto bisogno di una “esperienza” da dover andare da Sturbucks o da Wal-Mart per farla, quello di cui ha veramente bisogno è una vita.

Potrei continuare, ma questi casi descrivono il punto che voglio sottolineare. C’è stato un tempo i cui i produttori si concentravano sul fare i prodotti che le persone volevano comprare ma, con il successo della “propaganda” contorta e manipolatoria di Bernays, ora assumono psicologi e psichiatri per esplorare la psiche umana e scoprire un modo per alterare (e corrompere) definitivamente la mente umana affinché compri ciò che queste persone voglio vendere. C’è molto di più su tale questione, incluso il concetto del “branding”, che tratterò in saggio successivo.

Facciamo un ripasso. Nei primi anni del XX secolo, Lippmann e Bernays avevano imparato dall’esperienza i metodi per creare un esteso, falso ed emotivamente stimolante immaginario, e usare questa mitologia costruita per controllare le percezioni e manipolare le opinioni e il comportamento delle persone di un’intera nazione. Era stato fatto per la prima volta per ragioni politiche durante il periodo della guerra, per creare un enorme odio razziale e spingere una nazione in guerra, ma era chiaramente altrettanto applicabile alle ambizioni politiche e commerciali. Contemporaneamente, la ricca élite della nazione creava i più alti ranghi del sistema educativo americano che avrebbe essenzialmente utilizzato gli stessi principi per trincerarsi per sempre, mantenendo il branco confuso come una sorta di colonia feudale di poveri consumatori. Chi controllava le banche e le grandi aziende non si limitò al sistema educativo quando capì le più ampie possibilità di influenzare la popolazione attraverso una propaganda su scala nazionale mascherata da pubblicità, che portò a sua volta alla creazione e ad un rapido sviluppo dell’industria pubblicitaria americana, basata quasi interamente sui principi identificati da Lippmann e Bernays. Poi ci sono stati i mezzi di informazione, a cominciare dalla stampa e dalla radio, per poi rapidamente includere i film e poi la televisione, che erano i canali attraverso i quali sarebbe stato eseguito questo imponente piano di controllo della popolazione.

In sintesi, abbiamo una enorme cospirazione, da parte di una relativa manciata di persone, per manipolare e controllare le percezioni e le convinzioni di un’intera nazione, completamente per scopi perversi. Forse la parola “cospirazione” non è corretta, dato che queste categorie di attori agivano in un certo senso indipendentemente, o almeno in differenti ambiti come la pubblicità, il controllo dei media, l’educazione e la politica: il risultato finale però non è diverso da quello che ci sarebbe stato se ci fosse stata una cospirazione fortemente organizzata. Ovviamente, tutti sapevano che cosa gli altri stavano facendo, ed erano totalmente consapevoli degli effetti combinati dei loro sforzi. Se uniamo questi puntini, abbiamo i banchieri ebrei di origine europea e le loro numerose e grandissime aziende, insieme alle ricche élite americane che esercitavano un enorme controllo sul governo americano, e che di fatto hanno preso completamente in mano l’istruzione americana, le banche e l’economia, la produzione industriale e, cosa più importante di tutte, il contenuto delle menti e delle emozioni del popolo americano.

In ogni caso, non c’era alcuna preoccupazione per il bene del popolo o della nazione, nessun valore attribuito alla vita umana, all’esperienza umana e all’ambiente umano. Era solo una questione di soldi, da ricavare attraverso il controllo sociale. Lippmann e Bernays sono morti, ma i loro elementi fondamentali fatti di pratiche immorali, manipolatorie e fuorvianti sono più virulenti che mai. Come scrisse Shakespeare nel Giulio Cesare: “Il male che gli uomini fanno sopravvive a loro; il bene è spesso sepolto con le loro ossa”.

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Introduzione “If America Dissolves…” [in inglese] https://thesaker.is/if-america-dissolves/

Bernays e la propaganda (parte 1 di 5) http://sakeritalia.it/attualita/bernays-e-la-propaganda/

Bernays e la propaganda (parte 2 di 5) “The Marketing of War” [in inglese]  https://thesaker.is/bernays-and-propaganda-the-marketing-of-war/

Bernays e la propaganda (parte 3 di 5) “Il controllo della democrazia” http://sakeritalia.it/attualita/bernays-e-la-propaganda-il-controllo-della-democrazia/

Gli scritti di Romanoff sono stati tradotti in 30 lingue e i suoi articoli sono stati pubblicati su oltre 150 siti web di informazione e politica in lingua straniera in più di 30 paesi, oltre a più di 100 piattaforme in lingua inglese. Larry Romanoff è un consulente aziendale in pensione e uomo d’affari. Ha ricoperto posizioni dirigenziali di alto livello in aziende internazionali di consulenza e ha gestito un’attività di import-export internazionale. È stato professore ospite presso l’Università Fudan di Shanghai, in cui ha presentato dei casi di studio in Affari Internazionali a classi di EMBA di livello superiore. Romanoff vive a Shanghai, e attualmente sta scrivendo una serie di dieci libri per lo più legati alla Cina e all’Occidente. E’ uno degli autori della nuova antologia di Cynthia McKinney “When China sneezes” [“Quando la Cina starnutisce”].

Il suo archivio completo può essere consultato su https://www.moonofshanghai.com/  e http://www.bluemoonofshanghai.com/

Può essere contattato a: 2186604556@qq.com

Note [tutti i link sono in inglese]

(1) https://www.moonofshanghai.com/2020/04/substandard-education-in-america.html

(2) https://www.libertarianism.org/people/george-seldes

(3) https://www.amazon.com/You-Cant-That-Attempting-Patriotism/dp/1332838243

(4) https://www.moonofshanghai.com/2020/04/what-is-difference-between-capitalism.html

(5) https://paw.princeton.edu/article/p-source

(6) https://www.moonofshanghai.com/2020/07/cia-project-mk-ultra-july-2-2020.html

(7) https://ascensionglossary.com/index.php/Project_MKUltra

(8) https://www.moonofshanghai.com/2020/07/the-pleasures-of-depopulating-earth.html

(9) https://www.moonofshanghai.com/2020/04/lets-have-financial-crisis-first-we.html

(10) https://www.amazon.com/Hidden-Persuaders-Vance-Packard/dp/097884310X

(11) https://www.nurturedevelopment.org/blog/the-7-tactics-of-hidden-persuaders/

(12) https://www.moonofshanghai.com/2020/04/the-american-love-affair-with.html

(13) Questa citazione non è originale ma ho perso la fonte.

(14) https://www.moonofshanghai.com/2020/10/en-larry-romanoff-nestle-murdering-with.html

(15) http://www.bluemoonofshanghai.com/politics/en-larry-romanoff-criminal-corporations-proctor-gamble-clean-face-dirty-heart/

(16) http://www.cbsnews.com/news/how-pg-brought-the-diaper-revolution-to-china/

(17) http://www.forbes.com/sites/china/2010/04/27/how-procter-and-gamble-cultivates-customers-in-china/

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Articolo di Larry Romanoff pubblicato su The Saker il 2 marzo 2021
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per 
Saker Italia.

[I commenti in questo formato sono del traduttore]


 


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The true origins of the two World Wars have been deleted from all our history books and replaced with mythology. Neither War was started (or desired) by Germany, but both at the instigation of a group of European Zionist Jews with the stated intent of the total destruction of Germany. The documentation is overwhelming and the evidence undeniable. (1) (2) (3) (4) (5) (6) (7) (8) (9) (10) (11)

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