Propaganda
e Media (Parte 7) – Il fact-checking
Larry Romanoff,
21 gennaio 2022
Tradotto
da Elvia Politi per Saker Italia
CHINESE ENGLISH ITALIANO NEDERLANDS SPANISH SWEDISH
Chi,
nel nostro mondo di oggi, ha il disperato bisogno di essere “verificato”? I
mass media, ovviamente. E chi, nel nostro mondo di oggi, possiede, finanzia e
controlla l’intera infrastruttura del “fact-checking” ed effettua le
verifiche? I mass media, ovviamente. Quindi, i pazienti gestiscono il
manicomio e le volpi sono a guardia del pollaio. Cosa potrebbe andare storto?
Per
prima cosa, smettiamo di illuderci con la sciocca idea che il fact-checking che
si fa oggi implichi realmente una qualche verifica dei fatti. Non è così. Lo
scopo primario di questa industria non è cercare la verità, ma una forma infida
di censura, un modo definitivo di stringere il laccio intorno al collo
dell’informazione per evitare la fuga di verità sconvenienti e, se accade, per
ucciderle alla nascita. Un potente scopo secondario del fact-checking è
quello di seppellire la conoscenza dei crimini e delle atrocità della nostra la
Congrega Cabalistica Internazionale di Criminali (ICG) [International
Cabal of Gangsters] e di proteggerle dalla pubblica censura. L’unico
requisito per il successo è un pubblico credulone e disinformato.
Uno
dei risultati più tragici della concentrazione dei media, della propaganda e
della censura è che il fact-checking è stato quasi totalmente
confiscato dai propagandisti. In un periodo in cui abbiamo un disperato bisogno
di un’onesta verifica delle dichiarazioni dei media, i media stessi come Gannet
Publishing, Reuters, ABC News si sono spostati
in prima linea in questo mercato, verificando di fatto se stessi e, com’è
prevedibile, decretando che non ci hanno mentito. Peggio ancora, i dipartimenti
di verifica dei media funzionano anche come agenzie di intelligence,
proclamando la loro castità mentre tentano di scovare e mettere a tacere le
ultime fonti di opinione contraria e di verità. Ecco un esempio tratto dalla
mia esperienza personale:
Molti
dei miei primi articoli sul Covid-19 sono diventati virali e hanno avuto
milioni di download, attirando immediatamente l’attenzione della Congrega
Cabalistica Internazionale di Criminali. Dopo questo, e in coincidenza con
numerosi pezzi di successo sui media mainstream, ho ricevuto un’email da un
gentiluomo della Gannett Publishing che si presentava come “un
verificatore per USA Today”, con l’apparente intenzione di determinare la
veridicità di alcune delle mie dichiarazioni. Dovrebbe essere ovvio che il
“fact-checking” debba generare una richiesta del tipo “tu hai detto questo. Mi
puoi gentilmente fornire la prova documentata della sua congruità?”. Con la
Gannett, no, non è successo.
La
richiesta non mostrava alcun interesse nell’ottenimento delle prove delle mie
dichiarazioni, ma pretendeva di conoscere le mie fonti. Il punto era che
sembrava che io conoscessi molte cose che non avrei dovuto conoscere, e loro
non riuscivano a capire dove avessi preso le mie informazioni. L’uomo stava
ovviamente “contattando” me, ma ciò che cercava erano le mie fonti delle
informazioni. Non voleva altre prove a sostegno delle mie dichiarazioni, ma
voleva sapere dove avevo ottenuto la prova che avevo già presentato, per
l’esattezza “da dove hai preso la ricerca citata nei tuoi articoli?”. Voleva
anche una lista con i nomi di altri “scrittori, funzionari e commentatori” che
sapevano ciò che sapevo e che condividevano le mie opinioni. Questo non è fact-checking ma
spionaggio allo scopo di identificare e mettere a tacere le fonti di dissenso.
L’industria
del fact-checking non è stata creata per verificare le false
affermazioni e il sostegno mediatico alle invasioni di Iraq e Libia o, adesso,
all’immaginario “genocidio” nello Xinjiang in Cina, ma per mettere a
tacere chi tenta di rivelare la verità. Il fact-checking non è
stato pensato per analizzare il processo delle vaccinazioni (di ogni tipo) ma
per mettere a tacere chi esprime i timori per i vaccini pericolosi o che rivela
le contaminazioni in quei vaccini.
In
quest’ultimo caso, i produttori di vaccino (o i loro pagati sostenitori) sono
la fonte primaria dei “fatti” diffusi dai media e utilizzati da chi
esegue il fact-checking per ridicolizzare e provare a cancellare le
sincere preoccupazioni delle persone. Tutte e tre le parti ignorano fermamente
il dato di fatto che il Governo USA ha pagato miliardi in risarcimenti per
danni e decessi causati da vaccini pericolosi e contaminati (1).
E non si menziona da nessuna parte che quasi 100 milioni di Americani sono
stati infettati con un virus di una scimmia potenzialmente cancerogeno presente
in un vaccino antipolio contaminato (2). E non si fa
neanche cenno al rapporto del CDC [Agenzia per il controllo e la
prevenzione delle malattie] secondo cui i bambini che si sottopongono
alla serie completa di vaccini per l’infanzia possono essere potenzialmente
esposti a più di 300 contaminanti. Capite il problema: gran parte della verità
e delle prove alla base, seppur disponibile, viene sepolta dai media che
sostengono la Congrega Cabalistica Internazionale di Criminali, mentre la “fuga
di notizie” viene gestita con altri strumenti.
Qui non c’è nulla che riguarda il fact-checking. Riguarda
solo il controllo dell’informazione, che per metà implica l’identificare e
mettere a tacere le opinioni contrarie. E’ in questa luce che va visto tutto
il fact-checking.
Recentemente
ho scritto un articolo estremamente documentato sulla tesi (ora ampiamente
accettata, ne sono convinto) che la pandemia di Spagnola del 1918 non fosse
influenza, ma fosse invece un’infezione batterica ormai provata, il tragico
risultato di un esperimento sbagliato effettuato dal Rockfeller Medical
Institute sul vaccino contro la meningite, infezione che è iniziata a Fort
Riley negli Stati Uniti ed è stata diffusa in tutto il mondo non dai soldati ma
dallo stesso Istituto Rockfeller (3). La
Reuters ha subito effettuato un “fact-cecking” della tesi, e l’ha
dichiarata falsa. La prova di Reuters? Inesistente, la loro affermazione
bastava come prova inconfutabile (4).
In più, alcune affermazioni della Reuters erano del tutto false. L’intenzione
era di seppellire una verità politicamente pericolosa ed evitare che sfuggisse
nella sfera pubblica.
In
un altro caso, quando la preoccupazione delle persone stava rapidamente
aumentando per la fuoriuscita di radiazioni dal reattore della centrale atomica
giapponese di Fukushima, i media hanno immediatamente seppellito la storia e
l’hanno sostituita con un turbinio di articoli su un singolo salmone del lago
Osoyoos in Canada, trovato con un misurabile ma insignificante livello di
radiazioni da Cesio. Il lago si trova a centinaia di chilometri
nell’entroterra, e non si può prendere a riferimento per le radiazioni
nell’Oceano Pacifico; eppure improvvisamente questa era l’unica notizia.
Successivamente, Snopes ha obbedientemente “verificato” le radiazioni di
Fukushima nel Pacifico, e ha utilizzato la storia di quest’unico ed estraneo
salmone per dichiarare false le precedenti notizie sulle radiazioni di
Fukushima (5).
Di nuovo, non si tratta di verificare i fatti, ma di seppellire la verità.
Questo
è quasi un inciso: con il lago Osoyoos che contiene potenzialmente milioni di
salmoni, quante sono le probabilità che solo un salmone sia contaminato e che
possa finire nella mia rete? In realtà, però, la storia è nata sui social
media, e non riesco a trovare alcuna prova affidabile dell’esistenza di
quest’unico pesce radioattivo. Le poche persone che hanno riportato la notizia
facevano tutte riferimento le une alle altre o a Snopes, il che quasi
certamente significa che una storia pianificata e inventata è stata utilizzata
per fuorviare il pubblico sui reali pericoli di Fukushima.
Ben
fatto, ho pensato.
Un
altro schema intelligente è prendere un titolo provocatorio e impreciso da un
tabloid, attribuirlo alla persona in questione, poi fare il “fact-checking”
dell’affermazione, dichiararla falsa e utilizzarla per diffamare l’autore, il
quale non ha mai scritto nulla del genere.
Chi si occupa di fact-checking non solo vuole
seppellire la verità, ma seppellire chi la rivela. Un
altro esempio dalla mia esperienza personale: il mio articolo, pesantemente
documentato, sul programma di vaccinazione dell’OMS, che ha sterilizzato circa
150 milioni di donne a loro insaputa e senza il loro consenso (6),
stava ottenendo una considerevole attenzione in tutto il mondo, in particolare
della Congrega Cabalistica Internazionale di Criminali, che ha chiamato chi si
occupa di fact-checking, in questo caso il Poynter Institute.
Tra poco darò maggiori dettagli. Il Poynter ha creato una
pagina web solo per me, e questo è quello che ci hanno scritto:
“FALSO:
Le dichiarazioni di Larry Romanoff sul fatto che l’OMS abbia preso parte alla
creazione di vari virus nei laboratori. L’organizzazione ha diffuso nel mondo
il nuovo coronavirus, in modo che le aziende farmaceutiche possano fare soldi
sviluppano i vaccini, che, a loro volta, ridurranno la popolazione mondiale” (7).
La
parte “falsa” è che io non ho mai scritto cose del genere. Io non ho mai
affermato che l’OMS “abbia creato dei virus” né ho mai menzionato l’OMS in
alcun contesto relativo al Covid-19. La loro dichiarazione, oltre ad essere
diffamatoria, è falsa nella sua interezza. Ma la parte sorprendente viene dopo.
Il Poynter non si è fermato qui. Hanno trovato un articolo su
un sito di notizie georgiano che riportava un breve riferimento al mio scritto
ma che non conteneva alcun riferimento all’OMS, o ad altre affermazioni di cui
sopra. Hanno quindi copiato questa pagina web, l’hanno modificata, hanno
postato la versione copiata e modificata su uno dei loro siti, fornendo il link
alla versione fraudolenta (presentandola come l’originale) come “prova” delle
mie dichiarazioni rese false.
Prima
di tutto, qui trovate il link alla pagina della notizia originale (8). E’
scritto in georgiano, quindi non sarete in grado di leggerlo e molti traduttori
non riescono a gestire il georgiano, il che significa che nessuno saprà che
cosa dice realmente la pagina. Il sito è ge.news-front/info. Poi, questo è il
link della falsa pagina web di Poynter (9). Vi potete accedere
cliccando sul pulsante “leggi tutto l’articolo (fack-checking Georgia)” sul
suddetto sito di Poynter (7). Questo sito, controllato da Poynter,
è https://factcheck.ge/ka. Anch’esso è in georgiano, quindi non sarete in grado
di capire neanche questo.
Se
questo non è chiaro, Poynter ha tentato di confondere i
lettori fondendo il mio articolo sui programmi di vaccinazione “anti-fertilità”
dell’OMS con i miei altri articoli (non correlati) sul Covid-19, quindi ha
inventato la dichiarazione secondo cui avevo accusato l’OMS di aver creato il
virus del Covid-19 per far fare profitti alle aziende farmaceutiche mentre
sterilizzava il mondo. Mancando la prova, hanno copiato la pagina web scritta
in una lingua che quasi nessuno può leggere, e che quasi nessun traduttore
automatico può gestire, l’hanno modificata e l’hanno pubblicata sul loro sito,
presentandola come l’originale e sostenendo che conteneva la “prova” delle mie
“false” dichiarazioni contro l’OMS. In America questo è noto come “fact-checking”.
L’industria del fact-checking
L’industria
del fact-checking è iniziata con dissimulata innocenza e buone intenzioni, con
siti come Snopes che inizialmente passavano il loro tempo a
smascherare le leggende urbane e confutando le dichiarazioni su Elvis che era
stato visto in un centro commerciale. Di fatto, però, queste creazioni si
nascondevano tra i cespugli in attesa del momento giusto per attaccare.
Oggi
il fact-checking è un’enorme industria mondiale concepita e
creata decenni fa come potente strumento di censura, controllata da un
incestuoso gruppo compatto e pesantemente finanziata con un’infinità di milioni
di dollari, principalmente da George Soros, dalla Fondazione Gates, da
varie aziende media e simili. Questa industria non è stata creata per
verificare le false affermazioni e il sostegno dei media ai crimini della
Congrega Cabalistica Internazionale di Criminali, ma per mettere a tacere
coloro che tentano di rivelare la verità.
Il
cosiddetto Poynter Institute, che avete conosciuto prima, è oggi
sulla prima linea di questa industria, con finanziamenti provenienti dalle
suddette fonti. Poynter ha creato e controlla il cosiddetto
imparziale Network Internazionale di Fact-checking (IFCN) “che
definisce gli standard per chi svolge il fact-checking”, spingendo praticamente
tutti gli attori in questo “network” o nel dimenticatoio, così come abbiamo
visto accadere ai browser e ai motori di ricerca. Attraverso queste
macchinazioni, Poynter ha attestato se stesso come poliziotto del flusso delle
notizie mondiali. E’ ampiamente noto, ma Facebook e altri siti non fanno in
realtà alcun loro controllo, bensì utilizzano questa fonte per controllare
automaticamente i propri contenuti.
Poynter è
anche più pericoloso di quanto si potrebbe pensare, perché ha creato per se
stesso una posizione di “istituto giornalistico responsabile della formazione
degli scrittori e dei giornalisti”, dato che migliaia di giovani passano
attraverso questa “istituzione”, corrotti molto probabilmente per sempre dalla
loro formazione. E i tentativi di Poynter nel promuovere il
controllo totale dei media della Congrega cabalistica internazionale di
Criminali non sono immaginari:
Poynter
ha recentemente pubblicato una lista di 515 siti di notizie che ha giudicato
“inattendibili” (10), una lista compilata con un database di “fake news”
a cura principalmente dell’Annenberg Public Policy Center della
University of Southern California, della Merrimack University,
di PolitiFact e di Snopes. Non solo hanno
maledetto questi siti come fonti di disinformazione, ma nel loro articolo
originale chiedevano agli inserzionisti di mettere in lista nera tutti questi
siti. Nell’ultima versione,
un dirigente di Poynter, Barret Golding, dichiara: “Le fake news
sono un business. Gran parte di questo business è sostenuta
dalla pubblicità. Oltre a giornalisti, ricercatori e consumatori di notizie,
noi speriamo che l’indice sarà utile per gli inserzionisti che non vogliono
finanziare la disinformazione”.
Hanno
esagerato. Il contraccolpo è stato così estremo che Poynter ha
dovuto ritirare la lista e scusarsi pubblicamente per la sua “debolezza
metodologica”. A causare la ritrattazione non è stato l’imbarazzo per un
fallimento etico, ma sono state le molteplici minacce di gravi azioni legali.
Ma l’editore di Poynter, Barbara Allen, ha scritto: “Siamo
dispiaciuti di aver fallito nel garantire che i dati fossero rigorosi prima
della pubblicazione, e ci scusiamo per la confusione e l’agitazione creata
dalla loro pubblicazione”. Ma poi (per far ridere i lettori) ha dichiarato: “Ci
impegniamo a continuare a mantenere degli standard al massimo livello”. Una
persona ha scritto su Twitter: “Dei cani da guardia aggressivi si pongono come
cani da guardia”. Corretto sotto ogni punto di vista.
Per
quanto mi è dato sapere, chi si occupa di fact-checking fa parte di questo
network mondiale. Alcuni sono sponsorizzati e gestiti dai dipartimenti
mediatici di varie università, ma quei dipartimenti ricevono fondi dalle stesse
fonti e quindi sono soggetti (e sotto il controllo) delle stesse persone.
Queste
“stesse persone” sono coloro che già possiedono e/o controllano l’intero
panorama dei media, inclusi i giornali, le riviste, tutte le TV e gran parte
delle reti radio, gli editori, i distributori di libri come Amazon e Indigo,
gli studi di Hollywood che controllano praticamente tutti i film e gran parte
dei programmi TV. Gestiscono anche la stessa morsa nel panorama dei social
media, così come le entità correlate come Google e Wikipedia.
Come
ho indicato in altri articoli di questa serie, è fondamentale capire che non
è Poynter o Reuters o Gannett che
controllano l’industria del fact-checking. Queste dichiarazioni
eludono il punto fondamentale: sono individui, persone reali con nomi e
cognomi, che esercitano questo controllo e che stanno lavorando in concerto con
tutte le altre persone dei media come luogotenenti della Congrega Cabalistica
Internazionale di Criminali, tutti che condividono gli stessi “valori” e tutti
che seguono la stessa “agenda”. Una parte importante di questa agenda è il
controllo totale dell’informazione, dove la parte del fact-checking è
semplicemente una sorta di dettaglio di pulizia per spazzare ed eliminare le
briciole di verità che riescono a sfuggire da questa rete di controllo
dell’informazione. E questa rete è quasi completa: negli Stati Uniti il livello
di controllo e di censura dell’informazione si sta avvicinando in maniera
allarmante al 100%, eppure sembra che pochi l’abbiano notato. La stessa cosa è
vera per Canada, Regno Unito, Germania, Giappone, Australia, ed è in aumento in
altre nazioni occidentali.
Di
nuovo: oggi i mass media ci mentono in tutto o in parte su quasi tutto ciò che
ha reali conseguenze nel mondo, leggendo lo stesso copione della Congrega
Cabalistica Internazionale di Criminali e promuovendone l’agenda.
Wikipedia, con l’enorme promozione che le fa Google, è il maggior sito di
disinformazione che è quasi una morsa sull’informazione popolare, fortemente
influenzata e modificata da queste stesse persone, ed è di conseguenza
inaffidabile su gran parte degli argomenti. Google è sorprendentemente
selettivo sulle informazioni che permette arrivino al pubblico. Facebook e
Twitter prendono gli ordini di marcia dalle stesse fonti, ed esercitano un
embargo quasi totale su ogni comunicazione o post personale che contraddica la
narrazione ufficiale approvata dalla Congrega Cabalistica Internazionale di
Criminali. Ieri, con il Covid-19, sono state bloccate le fonti di laboratorio,
con i social media quasi aggressivi nella loro censura sui materiali di opinione
contraria; oggi, vengono bloccate le fonti naturali del virus, con Facebook e
Twitter che hanno compiuto una virata di 180° e oggi bannano come
“disinformazione” le cose opposte a quelle che bannavano ieri.
Gli
editori decidono il contenuto di tutto il materiale stampato che raggiunge il
pubblico, soprattutto quello educativo a partire dall’asilo fino al livello
universitario. Se il contenuto non è adeguato all’“agenda”, il libro quasi
sicuramente non vedrà la luce del sole e, se è abbastanza fortunato da sfuggire
alla rete, Amazon e Indigo lo metteranno come “esaurito”, o semplicemente lo
rimuoveranno dalla lista. L’intera industria del fact-checking sta
marciando precisamente al suono della stessa musica suonata dalla stessa
orchestra. E’ già così vero che quando un qualsiasi media importante dichiara
che qualcosa è stato sottoposto a fact-checking, dovete cancellare questa
informazione dalla vostra coscienza perché è quasi certamente falsa.
Mi
ripeto, ma è vitale capire che tutto questo scaturisce dalla stessa singola
fonte, un gruppo di poche centinaia di persone concentrate per lo più in
Europa, che sono straordinariamente ricche e che decidono e definiscono
l’agenda. Di nuovo, sono persone reali con nome e cognome. La decisione di
controllare tutta l’informazione mondiale, attraverso la distribuzione e la
censura, ha origine da qui. E’ di fondamentale importanza unire tutti questi
puntini per arrivare alla stessa fonte centrale.
*
Gli scritti di Larry
Romanoff [in inglese] sono stati tradotti in più di 32
lingue e i suoi articoli sono stati pubblicati su oltre 150 siti web di
informazione e politica in lingua straniera di più di 30 paesi, oltre a più di
100 piattaforme in lingua inglese. Larry Romanoff è stato un consulente
aziendale e uomo d’affari. Ha ricoperto posizioni dirigenziali di alto livello
in aziende internazionali di consulenza e ha gestito un’attività di
import-export internazionale. È stato professore ospite presso l’Università
Fudan di Shanghai, in cui ha presentato dei casi di studio in Affari
Internazionali a classi di EMBA di livello superiore. Romanoff vive a Shanghai
e attualmente sta scrivendo una serie di dieci libri per lo più legati alla
Cina e all’Occidente. E’ uno degli autori della nuova antologia di Cynthia
McKinney “When
China sneezes” [in inglese, “Quando la Cina starnutisce”],
capitolo 2 “Dealing
with Demons” [in inglese, “Affrontare i demoni”].
Il
suo archivio completo può essere consultato su
https://www.moonofshanghai.com/
http://www.bluemoonofshanghai.com/
Può
essere contattato alla mailbox 2186604556@qq.com
*
Note
[tutti i link sono inglese]
(2) https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/10472327/
(3) The 1918 Rockefeller-US Army Worldwide
Pandemic http://www.bluemoonofshanghai.com/politics/1319/
(4) https://www.reuters.com/article/uk-factcheck-vaccines-caused-1918-influe-idUSKBN21J6X2
(5) https://www.snopes.com/fact-check/radioactive-salmon-fukushima/
(6) https://www.moonofshanghai.com/2020/05/a-cautionary-tale-about-who.html
(9) https://factcheck.ge/ka/story/38702
Copyright © Larry Romanoff, Moon of Shanghai, Blue Moon of Shanghai, 2022
*****
Articolo di Larry Romanoff pubblicato su The
Saker il
27 giugno 2021
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per Saker Italia.
[I
commenti in questo formato sono del traduttore]